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Alcune domande sul Rosario

Il potere del rosario contro il male

@DR

padre Angelo Bellon, o.p. - Amici Domenicani - pubblicato il 18/09/14

Cosa vuol dire meditare i "misteri"? E come pregare l'Ave Maria?

Buongiorno padre, 

vorrei rivolgerle una domanda riguardo alla preghiera del Santo Rosario. Da qualche tempo, per grazia del Signore, mi sento attratto da questa preghiera e desideroso di farla mia. Mi bloccano un po’ alcuni dubbi che le sottopongo :

1) Cosa vuol dire precisamente “meditare” i misteri?  Di solito io enuncio il mistero, cerco di immaginarmi l’episodio con la mente, di aderirvi con il cuore, e talvolta recitando a voce o mentalmente un versetto del Vangelo pertinente. Dopo di che chiedo alla Madonna per quel mistero un’intercessione per qualcosa o qualcuno che mi sta a cuore 

2) Come si recitano le dieci Ave Maria? Si recitano senza badare alle parole tenendo la mente e il cuore rivolto al mistero, oppure si abbandona la contemplazione e ci si concentra sulla recitazione contemplando il contenuto di quel che si recita? 

3) Come va recitato il Padre Nostro? 

4) A chi va rivolto il Santo Rosario nella sua totalità? Alla Madre di Dio? Nella contemplazione a Chi ci si rivolge? 

5) Si possono offrire i singoli misteri per intenzioni particolari o si può offrire tutto il Rosario? Si può recitarlo senza un’intenzione particolare e solo per stare alla presenza di Dio o della Vergine?
La ringrazio per l’attenzione che vorrà dedicare a queste mie domande e per il grande lavoro che lei compie per il Signore. 

In attesa di una sua graditissima chiarificazione la saluto nel Signore. 

J.P.


Risposta del sacerdote
Carissimo J.P.,
sono contento di rispondere alle tue domande su una preghiera che mi è particolarmente cara e che mi aiuta a mantenere l’unione col Signore e con tutto il mio prossimo
1. “meditare” i misteri significa proprio quello che vai facendo tu: riproduci l’episodio nella tua mente, lo vivi sentendo che Gesù lo compiva per te e che in qualche modo adesso lo ripete a tuo favore proprio mentre reciti il Rosario.
Come vedi, meditare i misteri significa essere resi contemporanei agli eventi della vita di Cristo e significa anche incontrare Gesù che si rende contemporaneo a te.
Fai bene a evocare quell’evento e a riviverlo “a voce o mentalmente con un versetto del Vangelo pertinente”.
E fai bene a chiedere alla Madonna di presentare a Dio Padre i meriti di Gesù e anche i suoi per ricevere qualche grazia per te o per qualcuno che ti sta a cuore.
2. Si recitano le dieci Ave Maria tenendo la mente e il cuore rivolti al mistero alla contemplazione ci si abbandona, al rendimento di grazie per quello che Gesù ha fatto e che adesso rinnova e nel supplicare per se stessi o per gli altri.
Tuttavia la preghiera del Rosario è molto larga.
Nulla vieta che tu ti sofferma sulle varie parole dell’Ave Maria, o anche su una sola.
Di fatto anche così vivi l’unione col Signore e la Madonna.
3. Quello che ho detto per le Ave Maria vale anche per il Padre Nostro e per il Gloria al Padre.
4. Mi chiedi a chi vada rivolto il Santo Rosario nella sua totalità.
Il Rosario, dal momento che ci porta sugli eventi della vita di Gesù, è essenzialmente una preghiera cristocentrica.
Pertanto va rivolto a Cristo e, mediante Cristo, alla Santissima Trinità.
Tuttavia non è sbagliato dire: dedico in onore di Maria o anche in onore di qualche Santo particolare questo quarto d’ora di preghiera recitando il Rosario.
In questo modo fai qualcosa per la Madonna o per qualche Santo sapendo che questo è loro molto gradito.
5. Si possono offrire i singoli misteri o anche tutto il Rosario per intenzioni particolari.
Papa Giovanni offriva ogni decina per una causa particolare.
Sotto questo aspetto il Rosario è una preghiera nella quale tutto il prossimo ci è presente, anche i nostri nemici e quelli che ci fanno del male. 
Tuttavia se non si chiede niente, il Rosario rimane una preghiera in se stessa molto bella: si sta alla presenza di Dio o della Vergine, ci si riempie della loro presenza, della loro compagnia e della loro parola. 
E rimane anche una preghiera molto meritoria.
Questi meriti, indipendentemente dal fatto che noi vi pensiamo, si riversano su noi che preghiamo col Rosario e nello stesso tempo vanno a beneficio di tutta la chiesa, di tutto il mondo.
Ti auguro di crescere sempre più nell’esperienza di questa preghiera, così che diventi la tua preghiera preferita, come diceva Giovanni Paolo II,.

Ti ricorderò al Signore nei vari Rosari che reciterò in giornata e ti benedico. 

Padre Angelo

Qui l’originale

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