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La Chiesa è cattolica, cioè annuncia a tutti la verità

CENA DOMINI

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Massimo Introvigne - La nuova Bussola quotidiana - pubblicato il 17/09/14

La Chiesa cattolica di oggi è la stessa Chiesa di Cristo e degli apostoli legata da una «lunga catena» storica

All’udienza generale Papa Francesco ha proseguito le sue catechesi sulla Chiesa, meditando sull’affermazione del Credo: «Credo la Chiesa cattolica e apostolica». La catechesi è stata occasione per un forte richiamo da una parte al fatto che la Chiesa cattolica di oggi è la stessa Chiesa di Cristo e degli apostoli, cui è legata da una «lunga catena» storica, dall’altra alla necessità di vivere la Chiesa in modo realmente «apostolico», portando il Vangelo a tutti coloro che non lo conoscono o lo hanno dimenticato.

Cominciando dalla parola “cattolica”, che in greco significa “universale”, il Papa ha invitato a riflettere sulla definizione «completa e chiara» che della nota della cattolicità è offerta da san Cirillo di Gerusalemme (313-387), un Padre della Chiesa del quarto secolo. Scriveva san Cirillo: «La Chiesa senza dubbio è detta cattolica, cioè universale, per il fatto che è diffusa ovunque dall’uno all’altro dei confini della terra; e perché universalmente e senza defezione insegna tutte le verità che devono giungere a conoscenza degli uomini, sia riguardo alle cose celesti, che alle terrestri». Questa definizione ha due componenti. La prima è che la Chiesa «insegna tutte le verità» che ci servono. La seconda è che «essa parla tutte le lingue». La missione della Chiesa non si arresta finché non ha raggiunto tutti gli uomini, tutti i popoli, tutti gli idiomi. La questione delle “lingue” non è puramente simbolica. La capacità della Chiesa di «parlare tutte le lingue» «non è altro che l’effetto della Pentecoste (cfr At 2,1-13): è lo Spirito Santo, infatti, che ha messo in grado gli Apostoli e la Chiesa intera di far risuonare a tutti, fino ai confini della terra, la Bella Notizia della salvezza e dell’amore di Dio. La Chiesa così è nata cattolica, cioè “sinfonica” fin dalle origini, e non può che essere cattolica, proiettata all’evangelizzazione e all’incontro con tutti». Il fatto che oggi il Vangelo sia tradotto e disponibile in centinaia di lingue diverse, ha aggiunto il Papa, non è l’unico aspetto della cattolicità della Chiesa ma è un segno importante. 

Per la Chiesa, l’essere cattolica e l’essere apostolica sono note strettamente collegate. Siamo sicuri che la Chiesa, come diceva san Cirillo di Gerusalemme, ci insegna ancora oggi le verità – e tutte le verità che ci servono per la salvezza – perché esiste una “continuità” non solo ideale e simbolica ma anche storica fra la Chiesa di oggi e quella degli Apostoli. «Far parte della Chiesa apostolica vuol dire essere consapevoli che la nostra fede è ancorata all’annuncio e alla testimonianza degli stessi Apostoli di Gesù – è ancorata là, è una lunga catena che viene di là». Finché siamo «in comunione con i successori degli Apostoli» possiamo essere sicuri di essere in questa continuità e che la nostra è la Chiesa “apostolica”. «Questo termine ci ricorda che la Chiesa, sul fondamento degli Apostoli è in continuità con essi – sono gli apostoli che sono andati e hanno fondato nuove chiese, hanno fatto nuovi vescovi e così in tutto il mondo, in continuità. Oggi tutti noi siamo in continuità con quel gruppo di apostoli che ha ricevuto lo Spirito Santo».

Se «cattolica» ha due significati – Chiesa che custodisce e annuncia tutte le verità, e Chiesa che le annuncia a tutti, in tutte le lingue – così anche “apostolica” include due nozioni. La prima è appunto quella della continuità con gli apostoli, che garantisce la verità. E la seconda è la continuità dello zelo – “apostolico” – che spinse gli Apostoli a uscire dal Cenacolo ad annunciare la verità a tutte le genti. La Chiesa è “apostolica” sia perché deriva dagli Apostoli sia perché vive per l’apostolato, cioè per la missione. Attribuendo queste note alla Chiesa vogliamo «dire che è nata "in uscita", che è nata missionaria». A braccio, il Papa ha aggiunto: «,Se gli apostoli fossero rimasti lì nel Cenacolo, senza uscire a pregare il Vangelo, la Chiesa sarebbe soltanto la Chiesa di quel popolo, di quella città, di quel cenacolo. Ma tutti sono usciti per il mondo, dal momento della nascita della Chiesa, dal momento che è venuto lo Spirito Santo. E per questo la Chiesa è nata “in uscita”, cioè missionaria. È quello che esprimiamo qualificandola apostolica, perché l’apostolo è quello che porta la buona notizia della Risurrezione di Gesù».

Se gli apostoli non fossero usciti dal Cenacolo sarebbero stati vittime della«tentazione di chiudersi in sé stessi, tra pochi eletti, e di considerarsi gli unici destinatari della benedizione di Dio … se un gruppo di cristiani fa questo – “Noi siamo gli eletti, noi solo” – alla fine muoiono. Muoiono prima nell’anima, poi moriranno nel corpo, perché non hanno vita, non sono capaci di generare vita, altra gente, altri popoli: non sono apostolici». Invece lo Spirito Santo ha mandato subito la Pentecoste. «La Chiesa in “uscita” è inviata a portare a tutti gli uomini questo annuncio del Vangelo, accompagnandolo con i segni della tenerezza e della potenza di Dio. Anche questo deriva dall’evento della Pentecoste: è lo Spirito Santo, infatti, a superare ogni resistenza». Naturalmente, oggi essere Chiesa «apostolica» significa non contentarsi di rimanere nelle nostre comunità: significa andare a cercare coloro che sono distanti «in ogni senso», non solo perché vivono in terre che non hanno mai ricevuto il Vangelo. E qui il Papa ha reso omaggio alle migliaia di missionari che «hanno lasciato tutto per annunciare Gesù Cristo» in quei lontani Paesi – ma anche perché, pur avendolo ricevuto, lo hanno dimenticato. 

Attenzione, però, ha concluso il Papa: la Chiesa è apostolica e insieme è cattolica. Annuncia il Vangelo in tutte le lingue, ma l’annuncio è lo stesso. Sarebbe catastrofico se, in nome di una malintesa apostolicità, ognuno annunciasse una «sua» verità parziale anziché la verità cattolica. Nell’opera apostolica è essenziale mantenere sempre «il senso della pienezza, della completezza, dell’armonia della vita cristiana, respingendo sempre le posizioni parziali, unilaterali, che ci chiudono in noi stessi».  Dobbiamo pregare perché «ogni comunità cristiana e ogni battezzato» sia e si senta «espressione della santa madre Chiesa cattolica e apostolica», che è una in tutti i secoli e in tutto il mondo.

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