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Aiuti militari contro i jihadisti

UNITED KINGDOM, NEWPORT : President Francois Hollande arrives for a press conference on the second day of the NATO 2014 Summit – it

AFP PHOTO / ALAIN JOCARD

UNITED KINGDOM, NEWPORT : President Francois Hollande arrives for a press conference on the second day of the NATO 2014 Summit at the Celtic Manor Resort in Newport, South Wales, on September 5, 2014. President Francois Hollande on Friday said France was ready to join a coalition to counter Islamic State extremists while respecting international law, but would not commit to taking action in Syria. AFP PHOTO / ALAIN JOCARD

Gelsomino Del Guercio - Aleteia - pubblicato il 15/09/14

Eppure nell'alleanza si registrano una serie di ambiguità. Per il Papa nessuna minaccia dall'Isis.

Via libera a un’offensiva militare contro gli jihadisti dello Stato islamico dalla Conferenza internazionale di Parigi. L’impegno è ad appoggiare l’Iraq con ogni mezzo, spiega Avvenire (15 settembre), compreso "un adeguato aiuto militare", si legge nel comunicato finale della Conferenza per la pace e la sicurezza in Iraq, che ha riunito le delegazioni di 25 Paesi più quelle di Onu, Ue e Lega Araba per definire la strategia contro l’offensiva jihadista.

AIUTI MILITARI ANTI-ISIS
In particolare i partecipanti al summit svoltosi al Quai d’Orsay sotto l’egida di Francia e Iraq, si sono "impegnati a sostenere il nuovo governo iracheno nella sua battaglia… con ogni mezzo necessario, compresa un’adeguata assistenza militare". Tale assistenza, viene precisato, dovrà essere "in linea con le necessità espresse dalle autorità irachene, nel rispetto del diritto internazionale e senza mettere a rischio la sicurezza della popolazione civile".

LE AMBIGUITA’ DELLA COALIZIONE
Ma quanto è credibile la coalizione internazionale guidata dagli Usa? La Perfetta Letizia (15 settembre) evidenzia che vi partecipano Qatar, Arabia Saudita, e Kuwait, i paesi più ostili alla Siria, da sempre sostenitori del proseguimento della sovversione con ogni mezzo. Sono proprio loro che per realizzare questo progetto, hanno permesso all’ Isis di arrivare a realizzare il califfato islamico con una lunga scia di sangue. Ma paradossalmente, mentre questi paesi hanno avuto riconosciuto il diritto (stabilito dagli Usa ma non dall’Onu) di bombardare l’Iraq e la Siria, il governo siriano deve starne fuori.

OFFENSIVA PER COLPIRE ASSAD?
Sembra illogico, è la tesi della Perfetta Letizia, ma sebbene lo scopo dichiarato è distruggere Isis, quello recondito, mai accantonato, è il ‘regime change’ in Siria. Barak Obama ha detto comunque che Assad "terrorizza il suo popolo" e quindi non può far parte della coalizione.

NESSUNA MINACCE SPECIFICA PER IL PAPA
Intanto, Il Sussidiario.net (15 settembre) riporta le affermazioni di Padre Federico Lombardi, direttore della Sala Stampa Vaticana, secondo cui le notizie riguardanti l’Isis "preoccupano tutti" ma "se la domanda è se ci siano minacce specifiche la risposta è no". Secondo padre Federico Lombardi, "non ci sono rischi e minacce per cui modificare programmi" come il prossimo viaggio in Albania o "per cui cambiare il modo in cui il Papa si muove".

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