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Coppie di sposi parteciperanno al Sinodo chiamate da papa Francesco

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Ary Waldir Ramos Díaz - Aleteia - pubblicato il 12/09/14

La lista Bergoglio unisce “progressisti” e “conservatori” per il bene del Sinodo della Famiglia

Papa Francesco ha già la lista di chi parteciperà al Sinodo Straordinario della Famiglia, che si svolgerà dal 5 al 19 ottobre 2014 in Vaticano e vedrà 253 partecipanti, tra i quali 14 coppie sposate che offriranno le proprie opinioni.

Questo mercoledì è stata pubblicata la lista dei partecipanti alla III Assemblea Generale Straordinaria del Sinodo dei Vescovi, che ha per tema “Le sfide pastorali sulla famiglia nel contesto dell’evangelizzazione”.

La lista affianca i cosiddetti “conservatori” e i “progressisti”, con un equilibrio nelle nomine che il pontefice ha effettuato considerando probabilmente le diverse “anime” della Chiesa universale. Se non fosse così, perché sono state pubblicate due intere pagine di nomi sul quotidiano della Santa Sede? Ha confermato il cardinal Lorenzo Baldisseri, Segretario Generale dell’evento, per sottolineare lo spirito aperto della III Assemblea.

L’obiettivo dell’incontro è “proporre al mondo odierno la bellezza e i valori della famiglia, che emergono dall’annuncio di Gesù Cristo che dissolve la paura e sostiene la speranza”, ha affermato il cardinale presentando le nomine.

La Chiesa si propone un Synodus – che significa ‘”camminare insieme’’– per rispondere a temi attuali che influenzano le relazioni familiari: la Comunione ai divorziati, i battezzati che si sposano civilmente, le dipendenze, le coppie che vivono in disparità di culto, le unioni omosessuali. Molte di queste situazioni, si sottolinea, non hanno “risposte pastorali”.

Il totale delle persone partecipanti all’Assemblea Sinodale è di 253 rappresentanti dei cinque continenti, divisi in questo modo: 114 presidenti di Conferenze Episcopali, 13 capi di Chiese cattoliche orientali ”sui iuris”, 25 responsabili della Curia Romana, 9 membri del Consiglio Ordinario di Segreteria, il Segretario Generale, il sottosegretario, 3 religiosi eletti dall’Unione dei Superiori Generali, 26 membri di nomina pontificia. Altri partecipanti sono 8 delegati fraterni, 38 uditori, tra i quali 13 coppie di sposi, e 16 esperti.

Coppie sposate diranno la propria
Un incontro per parlare di famiglia senza coppie sposate è come una limonata senza limoni. Per questo, papa Francesco ha invitato 14 coppie sposate a dire la propria. Tredici coppie fanno parte dei 38 uditori convocati, con diritto di parola ma non di voto. Un’altra coppia fa invece parte della lista di esperti.

Monsignor Vincenzo Paglia, Presidente del Pontificio Consiglio della Famiglia, ha affermato che le coppie sono “chiamate a portare nel dibattito sulla famiglia il loro specifico contributo di sposi e genitori”, e che ritiene “particolarmente opportuno che nel cuore della Chiesa si ascoltino voci direttamente coinvolte nelle speranze, nelle angosce e nei problemi delle famiglie di oggi”.

Equilibrio per discutere temi difficili
Papa Bergoglio aveva la facoltà di nominare altri membri per l’Assemblea, ma non lo ha fatto. I 26 Padri del Sinodo sono cardinali di vari orientamenti, che ad esempio hanno visioni diverse sulla Comunione ai divorziati.

Tra i cosiddetti “progressisti” o “aperti a una revisione della dottrina” ci sono i cardinali Walter Kasper, presidente emerito del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani; Godfried Danneels, arcivescovo emerito di Menechen-Bruxelles (Belgio), ed Edoardo Menichelli, arcivescovo di Ancona-Osimo.

Tra i “conservatori” o “dottrinari” ci sono i cardinali Gerhard Ludwig Müller, prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, Péter Erdő, arcivescovo di Esztergom-Budapest e presidente della Conferenza Episcopale Ungherese, e Carlo Caffarra, arcivescovo di Bologna.

La Chiesa dell’America Latina porta al Sinodo le conseguenze della missione continentale
Da sottolineare la presenza latinoamericana di presuli attivi nella missione continentale a livello di pastorale familiare: monsignor Dionisio Guillermo García Ibáñez, arciverscovo di Santiago de Cuba, il cardinale Chibly Langlois, vescovo di Les Cayes (Haiti), il cardinale Óscar Rodríguez Maradiaga, arcivescovo di Tegucigalpa (Honduras), il cardinale Francisco Robles Ortega, arcivescovo di Guadalajara (Messico).

Dall’altro lato, per preparare il Sinodo di ottobre l’America Latina ha realizzato il primo Congresso di Pastorale Familiare. La Conferenza Episcopale dell’America Latina e del Caribe (CELAM) ha organizzato di recente a Panama un congresso tematico che porterà a Roma le conseguenze dell’eredità pastorale e teologica del documento di Aparecida, che all’epoca ha contato anche sull’apporto dell’arcivescovo di Buenos Aires, il cardinal Bergoglio.

La metodologia
In primo luogo, il Sinodo è “straordinario” perché è la preparazione per arrivare a un documento della Chiesa per “dipingere il quadro finale” delle sfide pastorali della famiglia della nostra epoca.

Il secondo passo è dibattere la maggior parte dei temi indicati nelle risposte del questionario, terminando questa volta con la riflessione definitiva dell’Assemblea Generale Ordinaria del 2015.

I lavori che inizieranno a ottobre promettono di essere più dinamici e partecipativi dei precedenti, ha confermato il Segretario Generale del Sinodo.

Nell’Aula Nuova del Sinodo si ascolteranno interventi e testimonianze, “il cui percorso terrà presente la continuità verso la seconda tappa, dopo la quale sarà pubblicato il documento sinodale”, probabilmente nel 2016.

Le decisioni collegiali della Chiesa sotto la guida del Successore di Pietro
Per prendere decisioni collegiali come invita il Concilio Vaticano II, la Chiesa ha convocato tre Assemblee nella sua storia recente. Dopo quelle del 1969 e del 1985, dedicate rispettivamente a dibattere le relazioni tra le Conferenze Episcopali, la collegialità dei vescovi e l’applicazione del Concilio Vaticano II, l’8 ottobre scorso il Santo Padre ha convocato la terza Assemblea per approfondire l‘Instrumentum Laboris che nasce dalle risposte al questionario del Documento preparatorio, reso noto pubblicamente nel novembre 2013, strutturato in 8 gruppi di domande relative al matrimonio e alla famiglia. Il documento ha tre ambiti di studio: le situazioni familiari difficili e l’educazione alla vita e alla fede.

Nel documento di preparazione si parla di “pratiche consolidate”, materia di riflessione pastorale per rispondere ai divorzi, alle convivenze, alle unioni omosessuali o alle cosiddette “famiglie allargate”, e si sottolinea come molte di queste situazioni non trovino “risposte pastorali” da parte della Chiesa.

[Traduzione a cura di Roberta Sciamplicotti]

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