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Come si riceve l’Eucaristia: sulla lingua o in mano?

Ostia in mano o sulla lingua

P.RAZZO/CIRIC

Aleteia - pubblicato il 12/09/14


Qual è il modo più rispettoso e corretto per ricevere l'Ostia consacrata?

La legge vigente della Chiesa latina stabilisce che la santa Comunione si riceva sulla lingua. Il 29 maggio 1969 la Congregazione per il culto divino, con l’istruzione Memoriale Domini, ha poi offerto alle Conferenze episcopali di poter chiedere per i fedeli di ricevere la Comunione sulla mano.Vari indulti concessi alle Conferenze episcopali che ne hanno fatto debita richiesta alla Santa Sede concedono che la santa Comunione possa essere ricevuta anche sulla mano, pur senza mai escludere il modo tradizionale di riceverla direttamente in bocca. L’Ordinamento Generale al Messale Romano al n. 161 afferma: “Il comunicando…riceve il sacramento in bocca o, nei luoghi in cui è stato permesso, sulla mano, come preferisce”.

La Conferenza episcopale italiana ha fatto questa richiesta nel 1989 e la possibilità è entrata in vigore il 3 dicembre dello stesso anno. Come ricevere l’ostia sulla mano? Ecco il testo del decreto dei vescovi italiani:  «Particolarmente appropriato appare oggi l’uso di accedere processionalmente all’altare ricevendo in piedi, con un gesto di riverenza, le specie eucaristiche, professando con l’"Amen" la fede nella presenza sacramentale di Cristo. Accanto all’uso della comunione sulla lingua, la Chiesa permette di dare l’eucaristia deponendola sulla mano dei fedeli protese entrambe verso il ministro, (la sinistra sopra la destra), ad accogliere con riverenza e rispetto il corpo di Cristo. I fedeli sono liberi di scegliere tra i due modi ammessi. Chi la riceve sulle mani la porterà alla bocca davanti al ministro o appena spostandosi di lato per consentire al fedele che segue di avanzare. Se la comunione viene data per intenzione, sarà consentita soltanto nel primo modo» (n° 14-15).

È evidente che al di là del modo di ricevere la santa Comunione (in bocca o sulla mano) l’atteggiamento interiore ed esteriore deve sempre essere ispirato a grande rispetto e somma pietà. Si tratta, infatti, di ricevere non semplicemente un segno sacro, ma il sacramento del Corpo del Signore veramente, realmente e sostanzialmente (cfr. Concilio Tridentino) presente sotto le specie del pane e del vino.

Anche le due posizioni del corpo nel ricevere la santa Comunione (in ginocchio o in piedi) sono ugualmente permesse. L’Ordinamento Generale del Messale Romano (III edizione) al n. 160 afferma: “I fedeli si comunicano in ginocchio o in piedi, come stabilito dalla Conferenza Episcopale…”. La determinazione dei gesti relativi alla recezione della santa Comunione deve essere desunta sia dalla tradizione liturgica, sia dalla natura intima del dogma della fede. Infatti, alla maggior comprensione del dogma corrispondono quei gesti che ne riflettono il suo contenuto con maggior efficacia. È così che lo sviluppo della dottrina eucaristica nei secoli è correlato a segni sempre più espliciti di adorazione al grande Mistero. In questa prospettiva si potrebbe riconoscere che ricevere la santa comunione in ginocchio e in bocca sia un gesto del tutto proprio al mistero che si riceve e più incline a suscitare il senso dell’adorazione e della pietà, mentre la recezione della santa Comunione in piedi e in mano, senza una costante vigilanza su se stessi, potrebbe indurre ad un rapporto col sacramento più superficiale e  meno adorabile.

L’accesso processionale dei fedeli alla mensa eucaristica può essere realizzato sia che la Comunione si riceva in piedi, sia che la si riceva in ginocchio.

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