Nell'udienza il Papa ha proseguito la catechesi sull'azione educativa della Chiesa soffermandosi sulla misericordia
All’udienza generale in Piazza San Pietro, il Papa ha proseguito la sua catechesi sulla Chiesa che è madre. “La volta scorsa – ha detto – abbiamo sottolineato come la Chiesa ci fa crescere e, con la luce e la forza della Parola di Dio, ci indica la strada della salvezza, e ci difende dal male. Oggi vorrei sottolineare un aspetto particolare di questa azione educativa della nostra madre Chiesa, cioè come essa ci insegna le opere di misericordia”.
“Un buon educatore – ha detto – punta all’essenziale. Non si perde nei dettagli, ma vuole trasmettere ciò che veramente conta perché il figlio o l’allievo trovi il senso e la gioia di vivere. E’ la verità. E l’essenziale, secondo il Vangelo, è la misericordia. L’essenziale del Vangelo è la misericordia. Dio ha inviato suo Figlio, Dio si è fatto uomo per salvarci, cioè per darci la sua misericordia. Lo dice chiaramente Gesù, riassumendo il suo insegnamento per i discepoli: «Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso» (Lc 6,36). Può esistere un cristiano che non sia misericordioso? No. Il cristiano necessariamente deve essere misericordioso, perché questo è il centro del Vangelo. E fedele a questo insegnamento, la Chiesa non può che ripetere la stessa cosa ai suoi figli: «Siate misericordiosi», come lo è il Padre, e come lo è stato Gesù. Misericordia”.
Quindi ha proseguito: “E allora la Chiesa si comporta come Gesù. Non fa lezioni teoriche sull’amore, sulla misericordia. Non diffonde nel mondo una filosofia, una via di saggezza…. Certo, il Cristianesimo è anche tutto questo, ma per conseguenza, di riflesso. La madre Chiesa, come Gesù, insegna con l’esempio, e le parole servono ad illuminare il significato dei suoi gesti. La madre Chiesa ci insegna a dare da mangiare e da bere a chi ha fame e sete, a vestire chi è nudo. E come lo fa? Lo fa con l’esempio di tanti santi e sante che hanno fatto questo in modo esemplare; ma lo fa anche con l’esempio di tantissimi papà e mamme, che insegnano ai loro figli che ciò che avanza a noi è per chi manca del necessario. E’ importante sapere questo. Nelle famiglie cristiane più semplici è sempre stata sacra la regola dell’ospitalità: non manca mai un piatto e un letto per chi ne ha bisogno”.
A braccio ha detto: “Una volta una mamma mi raccontava, nell’altra diocesi, che voleva insegnare questo ai suoi figli e diceva loro di aiutare e dare da mangiare a chi ha fame. Ne aveva tre. E un giorno a pranzo – il papà era fuori, al lavoro, era lei con i tre figli, piccolini, 7,5,4 anni più o meno – bussano alla porta e c’era un signore che chiedeva da mangiare, e la mamma ha detto: ‘Ma, aspetta un attimo’. E’ rientrata e ha detto ai figli: ‘Ma c’è un signore lì che chiede da mangiare, cosa facciamo?’- ‘Gli diamo, mamma, gli diamo!’. Ognuno aveva sul piatto una bistecca con le patate fritte: ‘Gli diamo, gli diamo!’ – ‘Benissimo, prendiamo la metà di ciascuno di voi, e gli diamo la metà della bistecca di ognuno di voi’- ‘Ah, no, mamma, così non va la cosa!’ – ‘E’ così, tu devi dare dal tuo’. E così questa mamma ha insegnato ai figli a dare da mangiare del proprio. Questo è un bell’esempio che mi ha aiutato tanto. ‘Ma, non mi avanza niente’ – ‘Ma, da’ del tuo!’. Così ci insegnala madre Chiesa. E voi tante mamme che siete qui sapete cosa dovete fare per insegnare ai vostri figli perché loro condividano le loro cose con chi ha bisogno”.
“La madre Chiesa insegna a stare vicino a chi è malato. Quanti santi e sante hanno servito Gesù in questo modo! E quanti semplici uomini e donne, ogni giorno, mettono in pratica quest’opera di misericordia in una stanza di ospedale, o in una casa di riposo, o nella propria casa, assistendo una persona malata. La madre Chiesa insegna a stare vicino a chi è in carcere”.