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Ecco quattro grandi vantaggi per chi possiede la carità

San Tommaso d’Aquino

© Public Domain

padre Angelo Bellon, o.p. - Amici Domenicani - pubblicato il 30/08/14

San Tommaso d'Aquino spiega la bellezza di questa virtù

Quesito
Caro Padre Angelo,
S. Tommaso parla della Carità solo nella Summa e nelle questioni disputate?
Grazie sempre per la sua disponibilità
Fabiola


Risposta del sacerdote

Cara Fabiola, 

1. ne parla anche altrove, come ad esempio nel terzo libro del Commento alle Sentenze di Pietro Lombardo. Ma io desidero ricordare anche una breve presentazione degli effetti e dei vantaggi della carità che ha scritto nel commento ai due precetti della carità che precede l’esposizione dei dieci comandamenti. La ESD (edizioni studio domenicano) di Bologna ha pubblicato di recente la traduzione italiana di questo opuscolo di san Tommaso, che merita di essere letto e meditato: “LA LEGGE DELL´AMORE, La carità e i dieci comandamenti”.

2. Io ti presento una sintesi di quanto San Tommaso dice a proposito degli effetti e dei vantaggi della carità.
Commentando i due precetti della carità (Amore di Dio e  del prossimo), enumera quattro effetti di questa virtù, che la rendono grandemente amabile, ai quali ne aggiunge altri cinque. 
Per brevità io espongo la sintesi dei primi quattro (s. tommaso, In duo praecepta caritatis et in decem legis praecepta expositio, nn. 1139-1154) e nella prossima risposta ti presento una sintesi anche degli altri.

“1. Infonde nell’uomo la vita spirituale (causat in eo spiritualem vitam)
È manifesto che l’amato vive naturalmente nel cuore di colui che lo ama. E perciò chi ama Dio, lo possiede dentro di sé (qui diligit Deum, ipsum habet in se): “chi rimane nella carità, rimane in Dio, e Dio in lui (1 Gv 4,16).
Inoltre, per il suo dinamismo naturale l’amore trasforma l’amante nell’amato, per cui, se amiamo cose senza valore e caduche, diventiamo anche noi senza valore ed incostanti, come dice il profeta Osea: ‘Sono divenuti abominevoli come ciò che hanno amato’ (Os 9,10). Se, invece, amiamo Dio, diventiamo divini, perché ‘chi si unisce al Signore, forma (con lui) un solo spirito’(1 Cor 6,17).
Ma, come dice S. Agostino, ‘come l’anima è la vita del corpo, così Dio è la vita dell’anima’ (Confessioni, X,1). E questo è ovvio. Infatti, diciamo che il corpo vive grazie all’anima quando possiede le attività proprie della vita, cioè quando agisce e si muove. Se l’anima va via, il corpo non agisce e non si muove più. E così anche l’anima agisce virtuosamente e perfettamente, quando agisce mossa dalla carità, per mezzo della quale Dio abita in lei. Senza la carità, invece, non agisce. Infatti “chi non ama, rimane nella morte (1 Gv 3,14).
Si deve anche considerare che se uno ha tutti i doni carismatici dello Spirito Santo, ma non ha la carità, non ha la vita. Il carisma delle lingue, il carisma della fede, o anche qualsiasi altro carisma, senza la carità non comunicano la vita. Un cadavere, se viene rivestito d’oro e di pietre preziose, rimane ugualmente un cadavere. Questo è, dunque, ilprimo effetto dell’amore.

2. La carità fa osservare i comandamenti divini
S. Gregorio dice che “l’amore di Dio non sta mai in ozio; proprio perché esiste, fa cose grandiose. Se, invece, si rifiutasse di agire, non sarebbe amore”. Quindi, segno evidente della carità è la prontezza nell’osservare i divini comandi. Noi vediamo infatti che l’amante per l’amato è capace di cose grandi e difficili: “Se uno mi ama, osserverà la mia parola” (Gv 14,23).
Mi piace ricordare che Giovanni Paolo II nell’enciclica Veritatis splendor sembra rifarsi a questo pensiero di San Tomamso quando scrive: “Chi vive secondo la carne sente la legge di Dio come un peso, anzi, come una negazione o comunque una restrizione della propria libertà. Chi invece è animato dall’amore e cammina secondo lo Spirito (Gal 5,16) e desidera servire gli altri trova nella legge di Dio la via fondamentale e necessaria per praticare l’amore liberamente scelto e vissuto” (VS 18).

3. La carità è baluardo (praesidium) contro le avversità
Quando uno possiede la carità, nessuna sventura o difficoltà lo danneggia, ma torna a suo vantaggio: “Per chi ama Dio, tutto concorre al bene” (Rm 8,28).Anzi,contrarietà e difficoltà sembrano soavi all’amante, come attesta l’esperienza.

4. La carità conduce alla felicità
Solo a chi possiede la carità viene promessa la beatitudine eterna. Senza la carità, infatti, tutto è insufficiente: “Per il resto, mi è stata riservata la corona della giustizia, che in quel giorno il giusto giudice mi darà; e non solo a me, ma anche a quelli che amano la sua venuta” (2 Tm 4,8).
Si deve infatti sapere che la diversa gradazione di beatitudine è solo per una diversa gradazione della carità, e non secondo qualche altra virtù. Molti, infatti, sono stati più continenti degli Apostoli, eppure questi superano in beatitudine tutti quanti gli altri per la superiorità della loro carità, giacché essi ebbero le primizie dello Spirito (Rm 8,23).Quindi, la diversità della beatitudine si basa sulla diversità della carità”.

Ti ricordo al Signore e ti benedico. 

Padre Angelo

Qui l’originale

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