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Qual è il vero compito di un educatore?

Catholic Education in the West – it

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Aleteia - pubblicato il 26/08/14

Non solo una trasmissione di valori e neanche un insegnamento di regole. E' accompagnare, con amore vero, le giovani generazioni.

Di fronte alla crisi antropologica che sta affrontando l’Europa, e che sembra travolgere le giovani generazioni, cosa occorre? Qual è il compito dell’educatore? L’incontro del Meeting di Rimini “Testimonianze dalle periferie: educazione, introdurre alla realtà” ha cercato di rispondere a questi interrogativi, ponendo al centro la testimonianza di chi è implicato direttamente nel delicato compito di educare.

“Il cuore dell’uomo deve essere riconquistato” è l’esordio della presidente del Meeting, Emilia Guarnieri. Davanti a questa sfida occorre infatti aiutare i giovani a ritrovare sé stessi, non lasciandoli soli di fronte al proprio destino. E gli educatori devono comunicare loro la passione per quello che fanno, soprattutto attraverso quello che sono.

Cosa soddisfa i giovani?
Alberto Bonfanti, insegnante di storia e filosofia e presidente di Portofranco, un centro di aiuto allo studio per ragazzi in difficoltà, ha sottolineato l’importanza di avere educatori che si occupino seriamente dei giovani. Il mondo odierno sembra preoccupato solo di ampliare il divertimento dei ragazzi, ma cosa soddisfa realmente il loro animo? Bonfanti afferma che la società di oggi “dimentica che il cuore dei giovani desidera molto di più: ha sete di giustizia, verità e bellezza”. Ma come educarli a questa coscienza così profonda? “C’è solo un modo: introdurli al rapporto con la realtà” continua Bonfanti.

Educare è accompagnare
José Medina, insegnante negli USA, racconta della crisi educativa come una “mancanza di speranza che si radica l’incapacità di stare davanti alle circostanze; quando le cose non hanno un legame con un ‘di più’, i problemi della vita si presentano come difficoltà insormontabili e pesanti. Educare dunque non è solo un valore o un insegnamento di regole o nozioni, significa accompagnare ad entrare nella realtà”. Per questo c’è una reale necessità di adulti che guardino con un nuovo sguardo i giovani, uno sguardo pieno di amore, che deriva dal riconoscere l’altro prima di tutto come una persona con i nostri stessi bisogni.

Adulto testimone
Lo sviluppo intellettuale e conoscitivo della persona non può essere separato dall’esperienza di un affetto, dal fatto di avere accanto una persona, come sostiene Bonfanti: “Solo l’attrattiva di una presenza vicina può suggerire che la realtà è positiva, che la conoscenza è sempre un avvenimento.” L’adulto deve testimoniare con la propria vita che c’è sempre una speranza e proporre uno stile di vita semplice, più adeguato e corrispondente allo spirito umano, che non si accontenta di piccoli piaceri.

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educazionemeeting di rimini 2014
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