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Chi sono le figure più periferiche della Bibbia?

Le figlie di Lot

© Public Domain

Aleteia - pubblicato il 26/08/14

Le figlie di Lot e la nuora di Giuda. Il prof. Joseph Weiler racconta gli episodi più nascosti contenuti nelle Sacre Scritture.

Siete sicuri di essere al corrente di ogni episodio narrato nella Bibbia?
Al Meeting di Rimini Joseph H.H. Weiler, presidente Istituto Universitario Europeo, offre uno spunto di lettura su alcune figure contenute nelle Sacre Scritture. Personaggi tanto sconosciute quanto interessanti, perché fanno emergere alcuni principi etici in cui si inserisce la giustizia e il perdono di Dio.

Le figlie di Lot
La scelta del professore ricade sull’episodio dell’incesto riguardante le figlie di Lot (Gen. 19, 1-38). “Si tratta di figure e brani periferici, e lo conferma anche lo stile del testo: secco, poco connotato sul piano dell’interpretazione valoriale.” Sono testi che, secondo Weiler, lasciano spazio alla speculazione del lettore.

Il professore arriva a costruire l’interpretazione più umana e ragionevole: le due figlie hanno solo apparentemente ingannato il padre, coinvolgendolo nell’incesto narrato. Secondo lui c’è “un fattore altro, misterioso, ma ragionevole che muove il comportamento dei protagonisti: il male della mancanza di una discendenza” che per Weiler è peggio di una relazione incestuosa. Quindi, nel Disegno della Salvezza, non c’è la condanna, bensì la giustizia, spesso non immediatamente comprensibile al cuore dell’uomo.

La nuora di Giuda
Weiler introduce poi la figura di Tamir, la nuora di Giuda (figlio di Giacobbe) e la figura di Ruth (Gen. 38, 1-30): “Figure periferiche, oltre alle figlie di Lot di cui non sappiamo neppure il nome” commenta il professore “sono anche Ruth, la moabita, e Tamar, madre di Peres, ma entrambe sono citate nella genealogia del re Davide e quindi di Gesù, chiamato Cristo. Tamir è una figura che pare controversa: sposa i primi 2 figli di Giuda e, una volta morti, si finge prostituta per sedurre Giuda.

Alla luce di questi episodi, Weiler, ebreo osservante, afferma: “Nel Dio della Bibbia non c’è un per sempre, ma c’è sempre il perdono, la possibilità della riabilitazione”. Inevitabile poi il richiamo al messaggio del Papa arrivato il primo giorno di Meeting, proprio dove sono citate “le periferie del mistero del peccato, del dolore, dell’ingiustizia, dell’ignoranza”. Gesti che possono essere perdonati solo da chi è Creatore e, contemporaneamente, Salvatore.

Dio è misericordia
Weiler sottolinea che anche in questi episodi “Il destino non ha lasciato solo l’uomo”. Proprio per questo è necessario l’impegno (ma anche la semplicità) per accorgerci dell’opera del Signore nella vita di ciascuno. “Dio usa tutto, anche la contraddizione, anche il male. A noi non tocca la condanna. Occorre che la paura sia vinta per accorgerci che il Signore è soprattutto misericordia”.

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