Il concetto di famiglia va applicato integralmente, in primo luogo agli esseri umani
L’aspetto più interessante – ed inquietante – della vicenda di Daniza, l’orsa che in Trentino ha aggredito un cercatore di funghi ed adesso “ricercata” per la cattura, è la ragione principale che spinge il cosiddetto popolo del web ad opporvisi, ossia il fatto che l’animale in questione abbia dei cuccioli. Sarebbe dunque una crudeltà, secondo molti, privare i cuccioli della loro madre. A parte che pure la vittima dell’aggressione ha dei figli, la protesta collettiva a favore dei cuccioli dell’orsa è davvero interessante ed inquietante.
Interessante perché conferma che, nonostante i mille tentativi del Pensiero Unico di convincerci che basta l’ammore e chiunque può crescere bene ovunque, la centralità del legame familiare per eccellenza rimane ancora avvertita come intangibile: coi tempi che corrono, non è poco. L’aspetto inquietante, invece, è che ci si mobiliti per i cuccioli d’orsa e non per quelli d’uomo commissionati tramite utero in affitto e poi strappati a migliaia alle loro madri per soddisfare desideri altrui senza che nessuno, salvo una minoranza tacciata di oscurantismo (per maggiori informazioni chiedere a Mario Adinolfi), fiati.
Già possiamo immaginare l’obiezione al paragone: ma le donne che si prestano all’utero in affitto per poi separarsi dai figli partoriti sono d’accordo, la povera Daniza invece no. Ora, a parte che occorre un’ottima dose di fantasia – per non dire di ideologia – per credere possibile che, al di là di condizioni di estrema povertà, una donna arriverebbe ad affittare il proprio grembo, rimane comunque un fatto innegabile: i cuccioli sono sempre cuccioli e, giustamente, vogliono la mamma. Anche se più di qualcuno sembra non rendersene più conto, indignandosi solo se di mezzo ci sono plantigradi.