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Ultimatum dell’ISIS agli Yazidi del sud Sinjar: convertitevi o preparatevi a morire

ISIS – it

AFP

Aleteia - pubblicato il 14/08/14

Tra i destinatari, 4.000 famiglie nei villaggi di Hawju e al-Hatimiyah

Il drammatico ultimatum dell’ISIS
I terroristi dell’ISIS hanno dato a migliaia di residenti Yazidi che vivono in un’area a sud del distretto di Sinjar tempo fino a domenica per convertirsi all’islam o essere uccisi.

Un attivista Yazidi, Ali Sinjari, ha affermato in alcune dichiarazioni rilasciate a Shafaq News che i terroristi dell’ISIS hanno dato agli Yazidi dei due villaggi di Hawju e al-Hatimiyah (24 chilometri a sud di Sinjar) la scelta tra convertirsi all’islam o morire. Ha anche indicato che nei due villaggi vivono 4.000 famiglie.

Sinjari ha aggiunto che gli Yazidi hanno chiesto che i terroristi dell’ISIS lascino l’area, ma i terroristi hanno rifiutato con enfasi. Si è quindi chiesto urgentemente un intervento internazionale prima che tutti gli Yazidi vengano massacrati.

Migliaia di famiglie di Yazidi sono fuggite sulle montagne circostanti dopo che i terroristi dell’ISIS hanno ottenuto il controllo del distretto di Sinjar, che è la loro roccaforte storica. Centinaia di persone, per la maggior parte bambini, hanno sofferto sete e freddo su quelle montagne prima che i voli iracheni e americani riuscissero a fornire loro aiuti.

Per Sinjari, i terroristi dell’ISIS rappresentano la minaccia più significativa all’Iraq dalla caduta del regime di Saddam Hussein nel 2003 ad opera delle forze statunitensi, che hanno abbandonato l’Iraq alla fine del 2011.

Giovedì il Presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ha autorizzato limitati attacchi aerei sull’Iraq per difendere i cristiani ed evitare il “genocidio” di decine di migliaia di Yazidi, nascosti sulle montagne per paura dei terroristi dell’ISIS.


Che cosa sta accadendo agli Yazidi?
Un fiume di naufraghi, stremati braccati dalle brigate del cosiddetto “Califfato” pieni di orrore e paura. Sono letteralmente senza niente, non hanno nulla, né soldi, né vestiti di ricambio, né cibo, né medicinali.

Circa 20 mila gli yazidi intrappolati da giorni sui monti di Sinjar, in Iraq, sotto la minaccia dei jihadisti dello Stato islamico, sono riusciti a varcare il confine con la Siria grazie agli attacchi aerei che hanno spezzato l’assedio.

Hanno abbandonato vecchi e gli infermi che non potevano camminare per una settimana a oltre 1.200 metri di quota senza alcuni rifugio. Messi in fuga dai jihadisti dell’Isis che stavano sequestrando le loro donne e fucilando gli uomini in massa dall’ultimatum: o la conversione all’islam o la morte.

500.000 gli yazidi nel mondo, la maggior parte vive nella piana di Ninive, in Iraq. 20.000 gli yazidi che sono riusciti a rifugiarsi in Kurdistan, 20.000 quelli che sono ancora intrappolati sul Monte Sinjar.

Quando hanno preso la città di Sinjar ne hanno fucilati a sangue freddo una sessantina di fronte alle loro famiglie, apposta per fomentare il errore. Un altro numero di donne, potrebbero essere migliaia, pare sia stato preso prigioniero, probabilmente destinate a diventare “mogli” dei guerriglieri del Califfato.

La regione montagnosa del Sinjar, è una catena riocciosa ad oltre 1.000 metri e lunga 25 chilometri, su cui sorgono alcuni villaggi, alcuni dei quali disabitati, forniti di pochi pozzi d’acqua piovana.

I jihadisti hanno sterminato uomini, donne e bambini della minoranza religiosa degli yazidi.

Centinaia di loro sono stati uccisi e gettati nelle fosse comuni, in molti casi ancora vivi: è il governo di Baghdad ad accusare i jihadisti sunniti dell’Isis di crimini di guerra commessi nel Nord dell’Iraq.

In particolare i jihadisti fedeli ad Abu Bakr al-Baghdadi, autoproclamato Califfo dell’islam, avrebbero giustiziato almeno 500 yazidi dopo la presa di Sinjar. L’intento del “Califfo” è fare giustizia degli Yazidi che professano una fede derivata dallo “zoroastrismo” e non appartengono dunque alle religioni monoteistiche.

Cos’è lo Yazidismo
Una religione con oltre 4.000 anni di storia. I suoi aderenti vengono considerati sub-umani, eretici, “adoratori del diavolo” perché legati ariti e culti che precedono il monoteismo abramitico. L’attuale persecuzione da parte dell’Isis si fonderebbe su un errore di interpretazione del loro nome che non deriverebbe da Yazid ibn Muawija, l’odiato califfo della dinastia Umayyad. Come per le altre minorarenze religiose della regione, in particola modo drusi e alawiti, yazidi si nasce e non ci si può convertire al loro credo.

Gli yazidi adorano “un angelo decaduto”, in arabo “diavolo” (Shaytan), e ciò è valso loro l’appellativo di adoratori di Satana. Il dio è rappresentato come un pavone. Sono circoncisi e credono nella trasmigrazione delle anime.  

[Traduzione di Roberta Sciamplicotti, approfondimento a cura di Mirko Testa]

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