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In Francia mostrare le persone Down in tv è “sconveniente”

Child with Down Syndrome

© Public Domain

Roberta Sciamplicotti - Aleteia - pubblicato il 08/08/14

L'authority di sorveglianza del sistema audiovisivo critica un video in cui si mostra la gioia di vivere delle persone Down

“Sconveniente” perché “disturba la coscienza”. Così il garante del sistema audiovisivo francese (Csa) ha censurato il video “Dear Future Mom”, dedicato al riconoscimento e alla valorizzazione delle persone affette da trisomia 21, più nota come Sindrome di Down.

Il video è stato promosso il 20 marzo in occasione della Giornata mondiale della sindrome di Down da otto associazioni internazionali e dall'italiana Coordown, e inizia dicendo che una mamma che ha scoperto di aspettare un bambino affetto dalla sindrome di Down chiede come sarà il futuro di suo figlio.

Segue una carrellata di ragazzi e ragazze con trisomia 21 che rassicurano la mamma in questione spiegando tutto ciò che può fare una persona Down.

“Il video in Rete è diventato virale in poche ore. Ma in televisione, a quanto pare, è una questione a parte” (Tgcom24, 8 agosto). “L'Authority francese, dopo la segnalazione di alcuni di telespettatori, ha espresso parere negativo – e vincolante – sulla decisione di alcune reti nazionali che hanno deciso di mandare in onda il filmato”.

La motivazione della censura è che “non può essere guardato come messaggio di interesse generale perché indirizzandosi a una futura madre, la sua finalità può apparire ambigua e non suscitare un'adesione spontanea e consensuale”.

“Disturba”, quindi, “la coscienza delle donne che, nel rispetto della legge, hanno fatto altre scelte di vita personale”.

Per associazioni e politici, però, questo messaggio tra le righe incoraggia l'aborto terapeutico, e la questione è diventata un caso. Dopo la censura, l'authority francese ha provato a spiegarsi, “ma la toppa è peggio del buco” (Tempi, 1° agosto).

In un comunicato, la Csa spiega che “il Consiglio non cessa di sostenere tutte le iniziative di lotta contro la stigmatizzazione delle persone handicappate e in favore del loro inserimento nella società. Di conseguenza, incoraggia l’insieme dei media a fornire un’immagine profondamente rispettosa della loro vita personale e sociale”.

Non solo: “il Consiglio non ha mai voluto interferire con la diffusione [dello spot] in televisione. In effetti, constata che il messaggio presenta un punto di vista positivo sulla vita dei giovani trisonomici e incoraggia la società ad aprire al loro inserimento”.

Non si tratterebbe, però, di una retromarcia, perché poi il Csa aggiunge, svelando il vero motivo del suo “rimprovero” originario: “Allo stesso tempo, il Consiglio ha osservato che questo messaggio era suscettibile di causare problemi alla coscienza delle donne che, nel rispetto della legge, hanno fatto scelte di vita differenti. Di conseguenza, l’inserzione dello spot nello spazio pubblicitario è inappropriato”.

“Insomma, dopo un mare di belle parole sui poveri bambini Down che non devono essere discriminati, l’autorità francese afferma che uno spot che ha come scopo di 'mostrare che è possibile essere orgogliosi delle persone con trisomia 21 e che queste possono inserirsi nella società e riuscire nella vita malgrado le difficoltà' non deve essere trasmesso in pubblico per non offendere quelle donne che hanno deciso di abortirli”.

Davanti a questo comunicato, non ci si può stupire se, ha sottolineato la Fondazione Jerôme Lejeune, “la Francia è il Paese leader nell’eliminazione dei bambini con trisomia 21 prima della loro nascita (96%)”.

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