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Eterologa, ora spunta l’anonimato “a metà”

Fecondazione assistita

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Gelsomino Del Guercio - Aleteia - pubblicato il 08/08/14

I genitori devono informare i figli su come sono nati. Ma non potranno dare notizie sul donatore

L'ultimo paradosso della bozza del decreto Lorenzin sulla fecondazione eterologa è che «il nato è informato delle modalità del suo concepimento e i genitori vi provvedono nei modi e termini che essi ritengono più opportuni» (Adn Kronos, 8 agosto). Ma se, una volta adulta, la persona nata da eterologa sarà informata della fecondazione, non potrà sorgere il problema che quella stessa persona voglia anche sapere chi è il suo genitore biologico?

A questo interrogativo non si potrà avere risposta perchè il provvedimento, che oggi sarà varato dal consiglio dei ministri, recita: «Ferma restando la regola di anonimato, è consentito l'accesso alle informazioni sanitarie e del patrimonio genetico del donatore», dunque non quelle anagrafiche, «esclusivamente nei casi in cui sussistono gravi e comprovati motivi attinenti alla salute dell'embrione formato o del nato da procreazione medicalmente assistita di tipo eterologo, attestati da un medico responsabile di una struttura ospedaliera pubblica, e le predette informazioni sono necessarie ai fini della tutela della salute dell'embrione o del nato».

L'accesso è consentito, previa autorizzazione del predetto medico, «ai genitori dell'embrione o del nato, se minore, e al nato medesimo, se maggiorenne. Le informazioni sono acquisite dal predetto medico e comunicate agli interessati». Eppure la Chiesa Cattolica, attraverso le parole di Avvenire (31 luglio) ha assunto una posizione netta: «Conoscere i donatori è diritto dei figli», scrive il quotidiano dei vescovi, che ha interpellato la vicepresidente della Commissione Affari sociali della Camera, Eugenia Roccella, Paola Ricci Sindoni e Domenico Coviello, presidente e copresidente nazionali dell'Associazione Scienza & Vita, lanciando un messaggio che non ammette repliche.

Dura, anche la presa di posizione di Famiglia Cristiana (8 agosto) secondo cui «paternità e maternità sono esperienze che trovano pieno completamento non nella fuorviante pretesa di un incoercibile diritto al figlio, ma nel riconoscimento che dare la vita è dono». Detto questo, afferma il settimanale dei Paolini, «occorrono delle regole».

Intanto passa eventualmente al Parlamento la questione della compatibilità di razza, relativamente al colore della pelle e gruppo sanguigno, tra donatori e coppia ricevente. Nettamente contraria all'ipotesi di compatibilità di razza il ministro Lorenzin (Ansa, 8 agosto).

Per il Registro nazionale dei donatori si prevede uno stanziamento di 600.770,00 euro per il 2014 e di 150.060,00 euro a decorrere dal 2015 (Repubblica, 8 agosto). Le polemiche però non cessano:contrarie al decreto si sono dette le Società scientifiche del settore e le associazioni di pazienti, che chiedono delle linee guida immediate, ma molti medici e varie forze politiche sostengono invece la necessità del provvedimento.  

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