Maxine e Don Simpson sono davvero un esempio di amore eterno. Perché quella promessa che si celebra in ogni matrimonio per la coppia californiana è stata una realtà per oltre 62 anni, un obbligo da portare avanti. Finché morte non ci separi e così è stato. Se ne sono andati così, mano nella mano. Come erano nella vita, così nella morte una coppia inseparabile. Lei era malata di cancro, mentre lui si era fratturato un’anca. Il vecchio Don era consapevole che la moglie sarebbe andata via e proprio non ha voluto saperne di fermarsi ulteriormente sulla Terra, da solo. Sono volati via insieme, come desideravano. Mano nella mano a distanza di poche ore l’uno dall’altro (Caffeina Magazine, 4 agosto).
E’ comincianto tutto a metà del luglio scorso, quando Don Simpson, ex ingegnere civile originario del Nord Dakota, si è rotto l’anca cadendo in casa. I giorni passavano ma, invece di migliorare, la sua salute peggiorava. Nello stesso momento si complicavano le condizioni anche della moglie Maxine, originaria del Bakersfield, affetta da cancro.
La famiglia ha quindi deciso di ricoverarli insieme, ma non in una triste e asettica stanza d’ospedale, bensì in una camera da letto di un parente. «Avevano i loro letti fianco a fianco», ha spiegato la nipote, Melissa Sloan. «A un certo punto mia nonna si è svegliata dallo stato di torpore e ha visto che accanto a lei c’era il nonno. Ha preso la sua mano ed è spirata».
Portato via dalla stanza il corpo di Maxine, la nipote è entrata in camera per vedere come stava il nonno, accorgendosi che anche lui aveva smesso di respirare. Erano passate solo quattro ore dal momento in cui la moglie aveva esalto l’ultimo respiro.
Don Simpson aveva conosciuto Maxine in un bowling quando era di stanza a Bakersfield (California), dove la coppia ha poi vissuto tutta la vita. Dopo il matrimonio, avvenuto nel 1952, adottarono due figli.
«Facevano sempre tutto assieme», ripetono tra le lacrime i parenti. «Non si sono mai separati e nemmeno la morte è riuscita a dividerli. È stata davvero una grande storia d’amore» (Lettera43, 4 agosto).