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Quale tesoro persegui?

Money has to serve, not rule!’ Pope tells new ambassadors – it

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padre Carlos Padilla - Aleteia - pubblicato il 31/07/14

A volte perseguiamo piccoli tesori che lasciano insoddisfatto il nostro anelito all'eternità

In un passo del Vangelo, Gesù utilizza due parabole per spiegare com’è il Regno di Dio sulla terra: «Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo; un uomo lo trova e lo nasconde; poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo. Il regno dei cieli è simile anche a un mercante che va in cerca di perle preziose; trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra».

Lo paragona a un tesoro nascosto, a una perla preziosa. Sappiamo che non è tutto oro ciò che luccica, ma il Regno di Dio è vero oro. Oggi ci piace dare un prezzo a tutte le cose. Diamo un prezzo ai beni, anche alle persone. Anche i calciatori hanno il proprio prezzo. Alcuni valgono poco, altri molto.

A volte il prezzo si dà in base non al valore di ciò che si vende, ma al potere d’acquisto di chi è disposto ad acquistarlo. Hai molto, puoi pagare molto. Se c’è molta offerta, il prezzo cala.

È difficile conoscere il valore reale delle cose. Diventa qualcosa di soggettivo, mutevole. Il famoso valore di mercato dà un prezzo alle cose, alla vita stessa.

In quest’epoca di crisi tutto vale molto e abbiamo poco da comprare, ma tutti cadiamo nel pericolo di cui ci parlava papa Francesco: “L’adorazione dell’antico vitello d’oro ha trovato una nuova e spietata immagine nel feticismo del denaro (…). Il denaro deve servire e non governare!”.

Siamo diventati consumisti, schiavi. Compriamo anche se non abbiamo bisogno. Desideriamo possedere e la pubblicità risveglia il desiderio di acquistare cose nuove. Non compriamo tesori. Perché un tesoro non si mette in vendita, si custodisce per sempre. Acquisiamo semplicemente cose che poi possiamo gettar via per comprarne di nuove. Compriamo quello che è utile e quello che non lo è.

A volte le persone valgono per i beni che possiedono. O valgono se ci sono utili e necessarie in un determinato momento.

A volte desideriamo acquisire qualcosa e diventiamo ossessionati. Siamo disposto a pagare molto, a indebitarci. Desideriamo una casa, un viaggio, un sogno che può diventare realtà. Perdiamo la ragione e il senso. E se non raggiungiamo ciò che vogliamo, ci disperiamo.

Sono tesori piccoli, minimi, non trascendenti. Tutti lasciano insoddisfatto il nostro anelito all’eternità. Gesù ci parla del Regno nascosto e trovato. Ciò che è più prezioso, quello per cui vale la pena di dare tutto, è il vero tesoro nella nostra vita. È la bellezza nascosta nel cuore. Il tesoro, il nostro tesoro. Cos’è che cerchiamo nella vita? Cosa perseguiamo, a cosa aneliamo?

Là dov’è il tuo tesoro è il tuo cuore. Scoprirlo e possederlo diventa la massima priorità della nostra vita. Anche se non sappiamo sempre dove cercare. Crediamo che il tesoro sia molto lontano da noi, ma è vicino. Lasciamo tutto per possederlo. Siamo capaci di rinunciare ad altre cose per il tesoro che abbiamo trovato. Desideriamo un tesoro che non è in vendita, che sembra irraggiungibile.

È il tesoro che troviamo quando non lo cerchiamo, o forse ci viene incontro nel mezzo della ricerca. È un tesoro che cambia la vita per sempre. Una pietra preziosa che vale la pena. Cosa può valere tanto perché valga la pena di vendere tutto per acquisirlo? È il Regno di Dio, è quell’amore di Dio che ci trasforma, nella sua presenza viva e piena di speranza.

Sì. Il tesoro nascosto è Cristo. Nella nostra vita si nasconde come un tesoro e a volte cerchiamo altri tesori senza valore. Forse ci manca lo sguardo che ha Dio per distinguere ciò che realmente vale la pena.

Bisogna riposare di più nel cuore di Dio per non vivere perduti. Ancorati alla terra e allo stesso tempo al cielo. Vogliamo vivere tra gli uomini e riposare nel cuore di Dio. Conoscere le turbolenze della vita, i conflitti, le ingiustizie, il dolore e la mancanza di pace e abbracciare la speranza di una vita piena.

Guardare in faccia la morte e la vita, vivere fiduciosi anche se abbiamo visto di che colore si veste il tradimento. Accarezzare il disamore quasi senza saperlo ma credere sempre che valga la pena di amare. Raccogliere feriti sulla via con l’animo del buon samaritano. Fallire e ricominciare, senza paura, con speranza.

Guardare con occhi umani la realtà con le sue difficoltà e allegrie, ma saper anche camminare con uno sguardo divino. Saper vedere sotto la terra, nell’invisibile. Non lasciarsi trascinare dalle mode, dalle correnti, dal valore di mercato.

Il tesoro in questa vita è nascosto e non è evidente. Le persone semplici lo captano con prontezza. Quelle che sono abituate ad arrovellarsi non trovano quello che cercano. Ciò che conta è non smettere mai di cercare.

Colui che anela a un tesoro per la sua vita è un cercatore. Diceva Khalil Gibran: «Non mi interessa sapere a cosa ti dedichi. Voglio sapere a cosa aneli e se hai il coraggio di sognare o raggiungere ciò che desidera il tuo cuore. Non mi interessa sapere quanti anni hai. Voglio sapere se rischierai di sembrare pazzo per amore, per i tuoi sogni, per l’avventura di essere vivo».

Essere cercatori significa essere in cammino. Significa non avere tutto chiaro e continuare a camminare cercando il tesoro. Significa essere disposti a lasciarci fare ogni giorno, senza paura. Essere cercatori è essere pellegrino. Non un possessore, ma un camminatore. Senza tutte le risposte, con molte domande. Anelando a un tesoro, cercando sempre.

[Traduzione a cura di Roberta Sciamplicotti]

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