Quando il sentimento umano di giustizia e di pace è più forte di guerra, istituzioni e diplomazia
"I diritti dei palestinesi, e anche dei loro bambini, sono completamente negati. E questo è atroce". Una pausa, poi le lacrime.
Non è un parente delle vittime di Gaza. E’ il portavoce ONU per i rifugiati palestinesi (Unrwa), Chris Gunness che durante un’intervista ad Al Jazeera, ripresa da Repubblica.it non è riuscito a trattenere le lacrime, scoppiando in un pianto a dirotto. Gunness stava descrivendo l’impatto umano devastante dei bombardamenti israeliani su Gaza condannando l’attacco. Il suo volto, segnato dalla sofferenza e dallo stress di queste settimane, dimostra che una cosa è certa: ciò che sta accadendo è contro l’uomo, di qualsiasi razza, religione o estrazione sociale. E la domanda è unanime: quando finirà tutto questo? Davanti all’immobilismo della comunità internazionale e delle grandi potenze mondiali, chi avrà il coraggio di fermare queste atrocità?
Le proteste su Twitter
Attraverso il suo profilo Twitter, Gunness dall’inizio del conflitto ha fatto circolare news e immagini sugli oltre 180mila sfollati palestinesi di Gaza in fuga dalle bombe. Le due scuole distrutte nell’ultima settimana, come riporta Huffington Post il 31 luglio, erano rifugi dell’Unrwa e per questo Gunness aveva protestato duramente, chiedendo conto delle vittime al governo israeliano "La Unrwa condanna nella maniera più assoluta questa grave violazione del diritto internazionale da parte delle forze israeliane".
The heart-breaking aftermath @ the UNRWA school in #Gaza hit directly by Israeli shelling RT pic.twitter.com/8deDROqDel
— Chris Gunness (@ChrisGunness)
31 Luglio 2014
Israeli flares light up the night sky of #Gaza early on 30.7.14 RT pic.twitter.com/rnJ67Whxpa
— Chris Gunness (@ChrisGunness)
29 Luglio 2014