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Stile cattolico, sul serio?

Aleteia - pubblicato il 29/07/14

Intervista a Beverly De Soto, editrice di Regina Magazine, sulle tendenze cattoliche nella modaRegina Magazine

La moda non è frivola?

No, affatto. Ciò che indossiamo è una dichiarazione di quello in cui crediamo. Pensateci. Da un lato, molta moda oggi dimostra una sessualità aggressiva che è chiaramente pagana; dall'altro, l'abbigliamento che avvolge chi lo indossa in materiali corposi nasconde il corpo da “occhi indiscreti” – una dichiarazione di ciò che chi lo indossa pensa sulla natura umana, e sulla natura di una vita “buona”. Non sono idee frivole, ma profondamente serie.

Deve ammettere che non è propriamente “spirituale”…

Dipende da ciò che si intende per “spirituale”. Il cattolicesimo si preoccupa molto del mondo materiale. Il Corpo di Cristo è REALE nel credo cattolico. Riprendiamo i nostri corpi glorificati in cielo. Questa “corporeità” ha informato la fede per secoli. È per questo che le culture cattoliche celebrano la vita – “frutto della vite e del lavoro dell'uomo” – e le glorie nella Bellezza come un riflesso del Divino.

Ma i cattolici non dovrebbero apparire “normali” e non spiccare nella folla?

Sì, perché una volta abbiamo stabilito lo standard per la “normalità”. Per buona parte della storia non è stato difficile vestire come chiunque altro, perché la Chiesa aveva gettato le basi su cui si sono fondate le idee dell'abbigliamento adeguato. Indipendentemente dalle convinzioni religiose, in Occidente tutti vestivano entro l'ampio spettro di modestia, decenza e adeguatezza.

Quando è cambiata la situazione?

Hollywood e i media sembrano essere stati il motore attraverso il quale si è diffuso quello che definiamo “look neopagano”. Sono motivati a superare costantemente i limiti con il loro bisogno di attirare gli sguardi sul loro prodotto – e ovviamente lo stesso si applica alle case di moda a Parigi e a Milano (che, potremmo sottolineare, una volta erano città cattoliche).

Hollywood, i media, le grandi case di moda – sono in ballo molto denaro e molto potere. Sembra inutile cercare di influire su di loro…

Sì, tranne per il fatto che il mondo della moda è non creativo, fortemente dipendente dalle mode – che vengono lanciate da “minoranze creative”.

Come cattolici con un senso dello stile classico, siamo la DEFINIZIONE di minoranza creativa.

Cosa le fa pensare che qualcuno ci farebbe caso?

Audrey Hepburn.

L'attrice?

Sì. C'è un grande ritorno al suo stile, questa volta promosso da giovani donne. Piuttosto sorprendente, vero? 50 anni dopo il suo “look” è di moda.

È piuttosto interessante. Ma poi? Cosa vede in questa tendenza?

Posso essere schietta?

Prego.

Abbiamo avuto 50 anni di donne alle quali veniva detto che per essere “liberate” dovevano vendere il proprio corpo nel modo più grossolano e volgare che si potesse immaginare. Tutto questo pacchetto – sessualità aggressiva mascherata da “liberazione femminile” – ha ovviamente lavorato in modo ottimo per i guru dei media e per Hollywood. Si sono arricchiti, e continuano ad arricchirsi.

Qualsiasi tentativo da parte della Chiesa di contrastare questa tendenza è ritenuta “oppressiva” o che “odia le donne” (chiedete a qualsiasi parroco che abbia cercato di instillare un po' di decoro in ciò che la gente indossa per andare a Messa).

Ma ora abbiamo tutta la nuova generazione di giovani donne, che sorprendentemente AMANO Audrey Hepburn! A nostro avviso è una testimonianza lampante del fascino duraturo della vera Bellezza.

Cos'ha a che fare tutto questo con il fatto che Regina Magazine si occupa anche di moda?

Insieme alla nostra Fashion & Style Editor, Sequoia Sierra, stiamo iniziando un periodo molto più intenso di copertura del settore della moda, a cominciare dal nostro numero estivo, che uscirà il 2 agosto.

I lettori di Regina vedranno le nostre foto esclusive in ogni numero – di Sequoia – sullo sfondo reale di Paesi di tutto il mondo. Pensiamo che non saranno simili a nulla di ciò che hanno già visto.

Come possiamo ottenere Regina Magazine?

Regina viene inviato per e-mail direttamente all'indirizzo di posta elettronica. È GRATUITO – cliccate qui per unirvi ai quasi 6000 iscritti che abbiamo attirato in poco più di un anno.

[Traduzione a cura di Roberta Sciamplicotti]

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