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Perché la Chiesa non può ordinare le donne? Perché il sacramento non si produce

WEB Anglican Woman Priest AP Photo/Riccardo De Luca – it

AP Photo/Riccardo De Luca

Sacerdotessa anglicana

Aleteia - pubblicato il 21/07/14

Se un vescovo cattolico esce di senno e impone le mani a una donna per ordinarla, non succede assolutamente nulla

Steven Neira

Siamo nell’epoca del “siamo tutti uguali e abbiamo gli stessi diritti”, che a più di un avvocato (di quelli che hanno senso comune) ha portato vari grattacapi, visto che si è cercato in più modi di forzare le leggi perché regolamentassero situazioni di per sé irregolari. Queste situazioni sono tuttavia diventate molto comuni nel mondo attuale, da quello che viene definito impropriamente “matrimonio omosessuale” all’eutanasia infantile e alla legalizzazione delle droghe.

Una cosa che la gente fatica molto a comprendere è come la Chiesa cattolica abbia criteri e misure estremamente diversi, e in molti casi perfino contrari, rispetto a quelli del mondo attuale. Per questo atteggiamento, la Chiesa è stata ritenuta retrograda, anacronistica e intransigente, ma ciò non cancella il fatto che sia l’unica istituzione umana – e divina per quanti la formano – che sia sopravvissuta incolume per due millenni insegnando esattamente la stessa dottrina e basandosi sugli stessi dogmi, con l’ingegnosa abilità di trasmettere il tutto in modi diversi in base a ogni epoca.

Che cos’è il sacerdozio?

Dopo questo breve preambolo, passo al tema in questione. Bisogna tener conto del fatto che il sacerdozio ministeriale è un sacramento istituito da Gesù Cristo il 1° aprile dell’anno 33 (1) nell’Ultima Cena. Questa istituzione raggiunge però la sua pienezza in tre momenti importanti, ovvero:

  • Nell’Ultima Cena, concede il potere di transustanziare (2) il pane nel Suo Corpo e il vino nel Suo Sangue, dicendo: “Fate questo in memoria di me” (3).
  • Tre giorni dopo, una volta Risorto, conferisce l’altissima missione di perdonare i peccati: “’Come il Padre ha mandato me, anch’io mando voi’. Dopo aver detto questo, alitò su di loro e disse: ‘Ricevete lo Spirito Santo; a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi’” (4).
  • Infine, conferisce il potere e la missione di insegnare, battezzare e governare il popolo cristiano in modo esplicito: “Mi è stato dato ogni potere in cielo e in terra. Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito santo, insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato” (5).

Gesù, quindi, ha concesso, conferito, comandato, ma a chi? Agli apostoli, e cos’hanno in comune tutti loro? Erano uomini!

È molto probabile che di fronte a questa affermazione le femministe radicali e i difensori del “tutti abbiamo gli stessi diritti”, di cui ho parlato prima, siano già saltati sulla sedia, ma devono sapere chi ha deciso così. NON è stata la Chiesa, né il papa né tantomeno io. È stato Cristo, e il Vangelo ce lo dice in questo modo: “Chiamò a sé quelli che egli volle ed essi andarono da lui. Ne costituì Dodici che stessero con lui e anche per mandarli a predicare” (6).

“Ma questo è stato prima, ora le cose sono cambiate” 

Vorrei ricordare che non stiamo parlando di un partito politico né di un’associazione, ma della Chiesa istituita da Cristo, alla quale Egli ha lasciato indicazioni chiare alle quali si deve attenere, tanto che la cerimonia dell’ordinazione sacerdotale si verifica in base alle indicazioni specifiche della Liturgia e del Diritto Canonico, che stabilisce chiaramente che “riceve validamente la sacra ordinazione esclusivamente il battezzato di sesso maschile” (7). Queste indicazioni date in modo esplicito o implicito da Gesù Cristo non hanno data di scadenza né modo di essere modificate (come nel caso dei divorziati in una nuova unione, che per quanto la Chiesa cerchi di rendere più leggera la questione è e continuerà ad essere adulterio).

In altre parole…

In questo modo, se un vescovo cattolico esce di senno e impone le mani a una donna per ordinarla non succede assolutamente nulla, perché anche se la forma è corretta (imporre le mani), la materia non è corretta perché non è un maschio (8), invalidando così il sacramento.

Di fronte a questa realtà, la battaglia campale delle femministe e dei difensori di ogni causa attivista non solo è perduta, ma è una causa confusa, perché non comprendono il motivo per il quale la Chiesa dice NO. Perché non è solo un “non dobbiamo”, ma un deciso “non possiamo”. Per la stessa ragione, chi ha voluto semplicemente fare ciò che gli andava non ha avuto altra opzione che uscire dalla Chiesa di Cristo per entrare in una qualsiasi delle migliaia di sette esistenti, dove – visto che non hanno alcuna disposizione inamovibile stabilita da Cristo – si può fare e disfare a proprio piacimento.

Atteggiamento maschilista

Chi afferma questo non ha sicuramente compreso il ruolo preziosissimo che ha la donna nella Chiesa (a cui probabilmente dovrò dedicare un altro articolo). Ancora, questa febbre del voler forzare perché la donna ricopra ora tutti i ruoli prima ricoperti solo dagli uomini porta a una specie di perdita di identità, che non aiuta la causa del femminismo (riferendomi al vero femminismo, che lotta per difendere e promuovere i diritti della donna) né fa sì che la società cresca in un ambiente di reale equità.

(1) Questa è la data sulla quale sembra concordare la grande maggioranza degli storici riguardo all’Ultima Cena, basandosi sul calendario giuliano, che è quello che utilizzano in genere.
(2) La transustanziazione è il termine definito dalla Chiesa per significare il cambiamento di sostanza del pane a Corpo di Cristo e del vino a Sangue di Cristo, che avviene specificatamente all’interno della Messa.
(3) Lc 22,1
(4) Gv 20,21-22
(5) Mt 28,18-20
(6) Mc 3,13-14
(7) Codice di Diritto Canonico, canone 1024
(8) Tutti i sacramenti, come insegna la Liturgia, per essere validi devono essere amministrati con una materia e una forma specifiche. In caso contrario, il sacramento non è valido, in altre parole non esiste.

[Traduzione a cura di Roberta Sciamplicotti]

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