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Dai, sorridi…

Abuela sonriente – it

© Blanca / Flickr / CC

padre Carlos Padilla - Aleteia - pubblicato il 15/07/14

Perché sorridere rende la vita più semplice. Apre porte, spiana vie. Solleva l'animo e accoglie con le braccia aperte

A volte valorizziamo in modo particolare un sorriso. Nei momenti di angoscia o di ansia, quando abbiamo dubbi e paure, quando temiamo il futuro e tutto è incerto. In quei momenti un sorriso vale oro. È un tesoro. Ci costa tanto donarlo e si apprezza come la cosa più preziosa quando si riceve.

Ci sono persone che non sorridono neanche se fai loro il solletico. La loro serietà è una cosa che colpisce. Quando si vive così, tanto sopraffatti dalla vita, a volte non si riesce a sorridere. Non si ha la forza neanche per abbozzare un lieve sorriso. E quando non sorridiamo dimentichiamo la luce della vita.

Le persone serie ritengono tutto importante, trascendente, grave. Vedono male gli scherzi fuori luogo, sembrano stonati. Come se uno scherzo, una risata, un sorriso, togliesse peso e valore a ciò che abbiamo tra le mani. Tutto sembra molto serio.

Forse manca gioia nell’animo e ingenuità per guardare alla vita con più fiducia e senza paura. Diceva padre José Kentenich: «La mancanza di Dio del tempo attuale significa una mancanza molto profonda di allegria nella nostra epoca, una carenza di allegria profondamente radicata, che va guadagnando terreno».

Forse molti non sorridono più perché hanno perso la speranza, perché non trovano più motivi per ridere. E forse molte persone hanno perso l’allegria perché non vedono più Dio nella propria vita e non confidano in un amore provvidente, in un Dio che li ama alla follia.

Quando è così, manca la vera gioia, quella dell’anima, quella che deriva da Dio e non dalle circostanze della vita. È la gioia a cui aneliamo, quella che nessuno ci può togliere. Magari nessuno potesse mai impedirci di sorridere!

Mi commuove vedere le persone anziane che sorridono sempre. Le saluti e sorridono. Qualcosa fa loro male ma quando le guardi sorridono. Si svegliano stordite e sorridono vedendoti. Le saluti con affetto e ti rispondono con un largo sorriso. Sembra che siano tristi, ma poi sorridono subito.

Mi piacerebbe diventare anziano con un sorriso marchiato nell’anima. Un sorriso eterno, che derivi da Dio. Un sorriso che dia gioia ad altri. Perché sorridere rende la vita più facile. Apre porte, spiana vie. Solleva l’animo e accoglie con le braccia aperte.

È vero che in questioni importanti la serietà è necessaria, ma spesso un sorriso rende tutto più semplice, anche le cose serie.

A volte temo di diventare un sacerdote molto serio. Sempre preoccupato, concentrato, oppresso. È il timore di pensare che gli anni possano togliere brillantezza alla vita, luce al giorno, anima alle cose. Aiuta molto guardare i bambini nella loro allegria.

Ha detto padre Alejandro Ortega Trillo: «I bambini non sanno essere felici in silenzio. Nessuna risata è più sincera della loro. Le risate adulte sono spesso affettate, superficiali, intrise di un certo mimetismo camaleontico. Le risate dei bambini devono la loro autenticità a un’esperienza più profonda di quella di poter giudicare e scherzare.I bambini in generale, se hanno dei genitori mediamente buoni, si sentono immensamente amati. Questo è il segreto delle loro risate e della loro gioia. Le risate dei bambini si basano sulla loro impotenza, sulla loro dipendenza, sulla loro necessità di qualcun altro che vegli su di loro».

Sorridere come i bambini. Senza temere nulla perché ci sentiamo sicuri. Confidare e sorridere. Riposare e sorridere. Come i bambini.

[Traduzione a cura di Roberta Sciamplicotti]

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