Il clero locale si sacrifica con eroismo e spesso rimane unico punto di riferimento della comunità
La Diocesi di Oppido Mamertina è tornata a parlare della processione "incriminata" chiedendo di avere rispetto e soprattutto di raccontare con precisione i fatti «Non condannate in blocco la nostra comunità, dimenticando che se certo non mancano ombre e debolezze, la stragrande maggioranza del nostro popolo vive una religiosità semplice e autentica e la Diocesi di Oppido Mamertina-Palmi ha un clero che, giorno per giorno, su un territorio difficile, si sacrifica talora con eroismo e spesso rimane unico punto di riferimento di una Comunità schiacciata dal peso d’una quotidianità assillata da mille problemi». A riportare le dichiarazioni è Avvenire il 9 luglio.
Ieri al termine d’una riunione, il consiglio episcopale e dei vicari foranei, presieduto dal vicario generale Giuseppe Acquaro, ha manifestato «piena adesione» alle parole del vescovo locale, Francesco Milito, che condannano il gesto come «inconsulto, temerario e blasfemo» prendendo le distanze da quanto accaduto «nella convinzione che non ci può essere nessuna commistione tra Chiesa e ’ndrangheta».
I membri del consiglio episcopale confidano che le autorità religiose e civili «chiariscano senza incertezze quanto di fatto è avvenuto, nonché responsabilità e connivenze».
FERMARE LE PROCESSIONI?