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Papa Francesco alle vittime di abusi: “chiedo perdono, nessuna tolleranza per questo crimine”

papa santa marta – it

© OSSERVATORE ROMANO / AFP

Radio Vaticana - pubblicato il 07/07/14

La Messa in Santa Marta con sei vittime degli abusi sessuali da parte di membri del clero

Di Alessandro Gisotti

Vi chiedo perdono e piango con voi. L’intensità di un incontro commovente è tutto racchiuso in queste parole del Papa. All’inizio dell’omelia, Francesco richiama l’immagine di Pietro che, guardando Gesù uscire dall’interrogatorio che prelude alla sua morte, incrocia lo sguardo con il Signore e piange. Oggi, ha sottolineato, “il cuore della Chiesa guarda gli occhi di Gesù” nei bambini abusati “e vuole piangere, chiede la grazia di piangere”. E piange per i suoi figli “che hanno tradito la loro missione” e hanno abusato di “innocenti”. Da tempo, ha affermato il Papa guardando negli occhi le vittime degli abusi, “sento nel cuore un profondo dolore”. Esprime dunque il suo “dolore per il fatto che alcuni sacerdoti e vescovi hanno violato l’innocenza di minori e la propria vocazione sacerdotale abusandoli sessualmente”. Si tratta, ammonisce, di qualcosa di “più che atti deprecabili”. “E’ come un culto sacrilego, perché questi bambini e bambine erano stati affidati al carisma sacerdotale, per condurli a Dio. Ed essi li hanno sacrificati all’idolo della loro concupiscenza”. Questi abusi, hanno profanato “la stessa immagine di Dio alla cui immagine siamo stati creati”. Questi “atti esecrabili di abuso perpetrati contro minori”, ha detto ancora, “hanno lasciato cicatrici per tutta la vita”.

So, ha affermato il Papa, che queste “ferite sono una fonte di profonda e spesso implacabile pena emotiva e spirituale, e anche di disperazione”. Rivolge il pensiero alle famiglie delle vittime. “Alcuni – ha rammentato – hanno anche sofferto la terribile tragedia del suicidio di una persona cara”. La morte di questi amati figli di Dio – ha confidato – “pesa sul cuore e sulla mia coscienza, e di quella di tutta la Chiesa. A queste famiglie offro i miei sentimenti di amore e di dolore”.

“I peccati di abuso sessuale contro minori da parte di membri del clero – ha poi riconosciuto con amarezza – hanno un effetto dirompente sulla fede e sulla speranza in Dio”. Alcuni, ha commentato, “si sono aggrappati alla fede, mentre per altri il tradimento e l’abbandono hanno eroso la loro fede in Dio”. Ma, ha detto, “la vostra presenza qui parla del miracolo della speranza che ha il sopravvento sulla più profonda oscurità. Senza dubbio, è un segno della misericordia di Dio che noi abbiamo oggi l’opportunità di incontrarci, di adorare il Signore, di guardarci negli occhi e di cercare la grazia della riconciliazione”. “Davanti a Dio e al suo popolo – ha ripreso Francesco – sono profondamente addolorato per i peccati e i gravi crimini di abuso sessuale commessi da membri del clero nei vostri confronti. E umilmente chiedo perdono”. Chiedo perdono, ha detto il Papa, “anche per i peccati di omissione da parte dei capi della Chiesa che non hanno risposto in maniera adeguata alle denunce di abuso presentate da familiari e da coloro che sono stati vittime di abuso”. Questo, ha ammesso, “ha recato una sofferenza ulteriore a quanti erano stati abusati e ha messo in pericolo altri minori che si trovavano in situazione di rischio”.

Dall’altra parte, ha affermato, “il coraggio che voi e altri avete dimostrato facendo emergere la verità è stato un servizio di amore”, per aver “fatto luce su una terribile oscurità nella vita della Chiesa”. Ed ha denunciato con forza che: “Non c’è posto nel ministero della Chiesa per coloro che commettono abusi sessuali; e mi impegno a non tollerare il danno recato ad un minore da parte di chiunque, indipendentemente dal suo stato clericale”. Tutti i vescovi, è stata la sua esortazione, “devono esercitare il loro servizio di pastori con somma cura per salvaguardare la protezione dei minori e renderanno conto di questa responsabilità”. Per tutti noi, ha quindi affermato, “vale il consiglio che Gesù dà a coloro che danno scandalo: la macina da mulino e il mare” Francesco ha assicurato che si continuerà “a vigilare sulla preparazione al sacerdozio”, contando anche sul lavoro dei “membri della Pontificia Commissione per la Protezione dei Minori”. Tutti i minori, “a qualsiasi religione appartengano – ha soggiunto – sono i piccoli che il Signore guarda con amore”. Ed ha chiesto “ausilio” affinché sia aiutato “a far sì che possiamo disporre delle migliori politiche e procedimenti nella Chiesa universale per la protezione dei minori e per la formazione di personale della Chiesa”. “Dobbiamo fare tutto il possibile – ha ripreso – per assicurare che tali peccati non si ripetano più nella Chiesa”.

“Voi e tutti coloro che hanno subito abusi da parte di membri del clero – ha poi affermato – siete amati da Dio. Prego affinché quanto rimane dell’oscurità che vi ha toccato sia guarito dall’abbraccio del Bambino Gesù e che al danno recatovi subentri una fede e una gioia rinnovata”. “Ringrazio per questo incontro – ha concluso – e per favore, pregate per me, perché gli occhi del mio cuore vedano sempre con chiarezza la strada dell’amore misericordioso e Dio mi conceda il coraggio di seguire questa strada per il bene dei bambini” e “non permettere che alcun lupo entri nel gregge”. 

QUI IL TESTO COMPLETO DELL'OMELIA

La commissione per i minori
In un briefing presso la Sala Stampa della Santa Sede, padre Lombardi ha riferito sulla riunione di ieri della Commissione Pontificia per la Tutela dei minori. Ieri era in programma un giorno di incontro della Commissione, con diversi argomenti da trattare per portare avanti il lavoro. Erano presenti tutti i membri: il cardinale O’Malley coordinava la riunione; mons. Robert Oliver dava una collaborazione di carattere organizzativo-logistico alla riunione. Hanno trattato, nel corso della mattinata e del pomeriggio, diversi argomenti, tra cui la proposta per la scelta e la nomina dei nuovi membri per integrare la Commissione, con rappresentanti di altre aree geografiche, con rappresentanti di culture asiatiche o africane, perché il primo nucleo era principalmente europeo. Quindi – ha detto padre Lombardi – è stata raccolta una serie di proposte di nomi, che poi vengono vagliati e proposti al Santo Padre. Poi si è tornati a parlare degli statuti della Commissione e le esigenze di stabilire un ufficio operativo, che tuttora di per sé non c’è. E poi si è parlato anche della possibilità di organizzare gruppi di lavoro cui possono dare la loro opera anche altre persone che non fanno parte strettamente della Commissione o altre istituzioni con cui si stabilisce un rapporto di collaborazione. Il prossimo incontro è previsto nel mese di ottobre.

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