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Canto perché mi sono lasciata guardare dall’Amore

Anna Clendening ad America’s got talent

© Public Domain

Catholic Link - pubblicato il 07/07/14

“Tutti noi ci troveremo davanti a quello sguardo, quello sguardo meraviglioso”, ricorda Papa Francesco

di Mauricio Artieda

Anna Clendening è una ragazza britannica di 20 anni. Il suo quadro clinico indica ansia e depressione. Per molto tempo la sua difficile condizione l’ha tenuta a casa, alimentando paure che la allontanavano dal contatto con altre persone. Con l’aiuto dei suoi genitori ha scoperto la musica trovandovi uno strumento per sopportare l’angoscia e una fonte di stima personale. La sua esibizione ad “America’s got talent” è impressionante. La storia di Anna parla dell’importanza di saper affrontare le proprie paure e di dare loro la dimensione che realmente hanno; dall’altro lato, questa storia sottolinea la vittoria non solo di Anna, ma di tutta la sua famiglia. Solo l’amore può guarire le ferite profonde che lacerano il cuore di una persona che soffre di depressione.

Elementi apostolici:

1. La storia di Anna è per tutti. Non c’è nessuno che non abbia delle paure o che non abbia pensato male di sé per il fatto di averle. La depressione, tra le altre cose, è uno stato grave di un circolo vizioso in cui, in un modo o nell’altro, tutti siamo caduti. Non sono poche le volte in cui la paura trasforma la realtà e noi stessi in qualcosa che non è e che non siamo. Ingrandisce i presunti pericoli e ci sminuisce al punto da farci sentire incapaci di affrontarli. Questo genera un circolo vizioso dal quale è molto difficile uscire con i nostri mezzi. Abbiamo bisogno di un altro sguardo, di qualcuno in cui confidare per sfuggire a questo ciclo autolesionistico.

2. Nutro profondi dubbi sulle terapie cognitive dell’“io posso” e dell’accumulo di idee positive. Non so se Anna si sia sottoposta a questo tipo di trattamento, ma se è stato così l’ha aiutata solo per un periodo, poi la malattia è tornata più grave che mai. Cos’ha aiutato Anna? La musica? È una buona domanda. Personalmente penso che Anna abbia scoperto una grande fonte di valorizzazione nella musica, e che questa le abbia senz’altro permesso di avere idee più realistiche di sé, ma credo che siano stati l’amore costante dei suoi genitori e l’immagine luminosa che essi avevano di lei, proiettata sulle sue paure fino a farle uscire dalla penombra, a darle il coraggio di prendere quella chitarra e cantare di fronte a migliaia di persone. Lei stessa lo dice nel video: “Sono stati i miei genitori a darmi il coraggio di essere qui oggi”.

3. Lo sguardo di Dio proiettato nella nostra vita ha un effetto simile. Ci aiuta a comprendere autenticamente la nostra identità e a porre le nostre paure al posto giusto. Ciò che conta è lasciarsi guardare. Alcuni mesi fa papa Francesco parlava di questo. Quanto è importante lasciarsi guardare da Dio! Perché non è facile, perché molte volte siamo talmente pieni delle nostre idee che non lasciamo penetrare alcun altro sguardo. Crediamo che non ci sia nessun altro in cui possiamo confidare e non è così. La cosa peggiore è questa: quando nella nostra vita non entra la luce di Dio e del prossimo, entrano inevitabilmente le tenebre del demonio.

4. Dio non ci dà croci più grandi di quelle che possiamo sostenere. Se dobbiamo caricarci di una cosa difficile come un quadro depressivo, dobbiamo confidare nel fatto che Dio abbia messo in noi e intorno a noi gli strumenti per poterci rendere santi nonostante questo; anzi, spesso è attraverso ciò che ci fa male che diventiamo santi.

5. Ascolta! Qui Dio non ha nulla a che vedere. La ragazza si salva attraverso la musica e i suoi genitori. Attenzione! Dio agisce nella nostra vita in molti modi e si serve di cose semplici come uno strumento musicale o di cose belle come due genitori che ci amano per mostrarci il proprio Amore. Se stai aspettando che le nuvole formino il tuo nome in cielo per ascoltare Dio, probabilmente ti stai perdendo tutti gli altri modi che Dio ha per parlarci.

Il video mi è piaciuto moltissimo. E a te?

[Traduzione a cura di Roberta Sciamplicotti]

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