Medaglia d'argento alle Paralimpiadi del 2012 racconta la sua scoperta della fede mentre rischiava di morire
Non ha il piede destro Stefanie Reid perso in un terribile incidente che appena quindicenne le aveva lacerato la schiena e costretto i medici ad amputarle l’estremità della gamba. Eppure con l’aiuto di Dio è divenuta campionessa olimpica di salto in lungo e corsa di 100 e 200 metri nella categoria disabili.
“Lui mi ha ricostruito dentro, oltre la disperazione e la paura che prova un amputato alle prese con un corpo che non è più il suo. Lui mi ha fatto sentire ancora me stressa”, racconta la Reid secondo quanto riportato da “Credere” (22 giugno).
“Io che ho sempre adorato lo sport e sempre voluto dare il meglio – aggiunge –. Dio mi ha convinto che ce la potevo fare ancora, anche senza un piede, a raggiungere l’eccellenza mondiale nello sport e io sono qui a raccontare che è vero. A testimoniare che l’amore di Dio ti raggiunge sempre e, al suo fianco, possiamo fare tutto”.
La Reid, che ha da poco battuto il record mondiale di salto in lungo, parla della sua vita e racconta che una volta, a lezione di religione, si annoiava da morire e aveva voluto sfidare Dio: “Se mi vuoi davvero entra nella mia”, gli aveva detto. A 15 anni si trovava nel cottage di un’amica, per il fine settimana, vicino a un lago: “Ci divertivamo col ‘tubing’, saltando in acqua da un canotto attaccato dietro un motoscafo”. Fu allora che venne investita accidentalmente dal motoscafo.
“Non volevo più vivere, amputata così. Eppure sentii, attraverso la mia rabbia, la pace di Dio. Sapevo che, alla fine, le cose si sarebbero sistemate”.
“Oggi gli sono grata di avermi liberato e aperto alla sua Grazia – conclude – perché, in quella stanza di ospedale, per la prima volta, gli ho offerto la mia vita e chiesto di farne quello che voleva”.