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Capitano degli USA: “la fede in Cristo ciò che mi dà fiducia”

Clint Dempsey

© CARL DE SOUZA / AFP

BRAZIL, Natal : US forward Clint Dempsey celebrates after scoring during a Group G football match between Ghana and US at the Dunas Arena in Natal during the 2014 FIFA World Cup on June 16, 2014. AFP PHOTO / CARL DE SOUZA

Aleteia - pubblicato il 26/06/14

Clint Dempsey, un leader in campo che non ha paura di parlare della propria fede cattolica in pubblico

Clint Dempsey, capitano della nazionale degli USA, ha segnato nella partita contro il Ghana il gol più veloce dei Mondiali in Brasile. In rete dopo soli 28 secondi è il quinto più veloce di sempre. 

Un leader in campo, Dempsey. Un uomo schietto fuori, che non ha paura di parlare della propria fede. Così ha detto in un’intervista rilasciata a Sports Spectrum e ripresa dailTimone il 26 giugno, poco prima di partire per il Brasile: «Sono cresciuto in una famiglia cattolica (a Nacogdoches, in Texas, ndr) e andavo a Messa con mia nonna ogni domenica. Grazie a lei ho imparato che la fede era importante… 

A 12 anni la mia vita ha preso una svolta che mi ha segnato per sempre. Mia sorella Jennifer è morta di un aneurisma cerebrale e mi sono trovato a chiedermi il perché di tante cose e il ruolo di Dio. Per un po’ di anni ho fatto fatica e ho preso le distanze da Dio. Ma Lui è stato paziente e lentamente mi ha guarito e mi ha dato forza.

Al college mi sono unito a un gruppo di studio e lettura della Bibbia. La Parola di Dio mi ha dato pace e mi ha trasmesso il desiderio di entrare in relazione con Lui. Interrogarlo e cercare le risposte attraverso la Scrittura mi ha aiutato a crescere a trovare la giusta direzione. Ora è la fede in Cristo ciò che mi dà fiducia per il futuro. So che sia nei tempi buoni o cattivi Lui è fedele e veglia su di me».

In quegli anni un altro episodio ha toccato Dempsey nel profondo. Una sera non si unì per puro caso a due amici e compagni di squadra diretti a un concerto e che rimasero coinvolti in un incidente stradale. Uno di loro morì, l’altro non potè più riprendere a giocare. 

«Oggi prego per avere la forza di percorrere la strada che mi sta di fronte. cerco di dare il meglio in campo e sono grato a Dio per le opportunità e il successo che mi ha regalato. Voglio fare bene, non commettere errori, vivere una vita piaccia a Dio».  

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