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Meriam arrestata in aereoporto. Prosegue il calvario della giovane donna

Meriam Yahia Ibrahim Ishag

© AFP PHOTO

SUDAN, Khartoum : In a handout picture obtained from the legal team and taken with a smart phone, Meriam Yahia Ibrahim Ishag (seated C), a Christian Sudanese woman sentenced to hang for apostasy last month, poses for a picture with her husband Daniel Wani, a US citizen originally from South Sudan (L), her newborn baby and the couple's 20-month-old son, one of her lawyers Mohanad Mustafa (R), and other members of the legal team at an undisclosed location in Khartoum on June 23, 2014. The Sudanese convert to Christianity who gave birth in prison after being sentenced to hang on May 15 for apostasy was freed on June 23 but immediately went into hiding, fearing for her life, Mustafa said. AFP PHOTO/HO/ISHAG'S LEGAL TEAM == RESTRICTED TO EDITORIAL USE - MANDATORY CREDIT "AFP PHOTO / HO " - NO MARKETING NO ADVERTISING CAMPAIGNS - DISTRIBUTED AS A SERVICE TO CLIENTS 

Lucandrea Massaro - Aleteia - pubblicato il 24/06/14

Fermata assieme al marito e all'avvocato, non si conoscono ancora le motivazioni

Meriam Yahia Ibrahim Ishag, la ragazza cristiana condannata per apostasia e liberata appena ieri, è stata nuovamente arrestata in Sudan. A far sapere la notizia è lo stesso avvocato della donna – che da poco aveva partorito – tramite tramite Antonella Napoli, presidente della ong Italians for Darfur. Meriam, il marito Daniel e lo stesso legale sono stati fermati all’aeroporto di Khartoum dai servizi segreti sudanesi. A riportare la notizia è stato il sito dell’Ansa.

Ieri Avvenire riportava le parole della cooperante Antonella Napoli all’indomani della sentenza di condanna a morte: "La gioia per il rilascio di Meriam è stata immensa. Ma non è ancora finita". Che prosegue:"Per il momento tutta la famiglia resta in Sudan – sottolineava l’attivista e giornalista – Dopo essere tornati a casa sono stati trasferiti in un luogo sicuro in attesa di poter partire per gli Stati Uniti. Ora dipende tutto dall’ambasciata americana. Sappiamo che era stato chiesto che venisse effettuato l’esame del Dna sui bambini, il che però non è ancora avvenuto. Se il test sarà eseguito, anche i figli di Meriam e Daniel potranno avere la cittadinanza statunitense. Anche se siamo certi che si tratti solo di procedure burocratiche ci auguriamo che ciò avvenga in tempi rapidi. Se cosi non fosse – aggiungeva – vorrei lanciare un appello al nostro ministro degli Esteri e al presidente del Consiglio affinché l’Italia possa offrire ospitalità a Meriam, suo marito e i loro figli come ha aveva già fatto il Regno Unito che si era detto disponibile a riconoscere loro lo status di rifugiati".

Oggi il fermo all’aeroporto di Khartoum e il fermo nei vicini uffici dei Servizi segreti sudanesi per Meriam e la sua famiglia. Restiamo in attesa di nuovi sviluppi di una vicenda che appare come una Odissea.

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meriam yahyapersecuzione cristiani
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