Domande e risposte dopo le dichiarazioni di Papa Francesco sulla mafia
Allora, la prima cosa da ricordare è che la scomunica è una "pena", cioè una sanzione penale, del "foro esterno". Un "peccato" invece è una cosa che può giudicare in verità soltanto il Signore, che conosce i segreti dei cuori (cosiddetto "fuoro interno"). I peccati mortali fanno uscire della comunione con Dio (situazione grave per la vita dell'anima, che è in pericolo di morte), però a volte sono sconosciuti all'esterno. Per questo, quando abbiamo commesso un peccato mortale, non si può andare a fare la comunione prima di avere ricevuto il perdono dei peccati con il sacramento della confessione. La scomunica può avvenire in 2 modi: ferendae sententiae (è inflitta da una decisione gudiziaria o amministrativa) oppure latae sententiae (è "automatica", cioè segue immediatamente la commissione del delitto; però per essere pubblica e aver effetti esterni, deve essere "dichiarata", cioè ufficialmente riconoscuita).
Si tratta di persone che hanno commesso atti molto gravi, a volte anche omicidi e cose di questo genere. Sono peccati mortali. Quindi le persone che le fanno sono fuori della comunione con Dio e in pericolo di morte dell'anima, a riguardo però dobbiamo sempre rimanere molto prudenti sul giudizio che, come detto, appartiene soltanto a Dio.
Per una scomunica penale invece cosa succede?
I delitti che hanno un effetto latae sententiae (segue immediatamente la commissione del delitto stesso) sono limitati a quelli enumerati dal Codice, ossia: apostasia, eresia, scisma, profanazione dell'Eucaristia, violenza fisica contro il Papa, assoluzione del complice nel peccato contro il VI comandamento ("Non commettere adulterio"), consacrazione episcopale senza il mandato pontificio, violazione diretta del segreto della confessione, aborto. Però ci sono atti talmente gravi che la Chiesa, nella sua volontà di educare i suoi figli e di proteggere le "cose di Dio", infligge una sanzione penale, che è ufficiale. Dunque possiamo dire che la scomunica è una "pena" (esterna) ed è la più grave. E questa pena soltanto il Papa o una persona da lui delegata (vescovo o sacerdote delegato) la può assolvere.
[Ha collaborato Carly Andrews]