Oppure è importante anche rispettare i giovani che si trovano in crisi di fede?Il Codice di Diritto Canonico afferma: “I cattolici che non hanno ancora ricevuto il sacramento della Confermazione, lo ricevano prima di essere ammessi al Matrimonio, se è possibile farlo senza grave incomodo” (canone 1065).
E' necessario che i futuri sposi siano consapevoli dell'importanza della Cresima, come sacramento della maturazione cristiana e della conferma di quelle promesse che nel Battesimo hanno fatto i genitori e i padrini. Molti giovani però nel corso degli anni si allontanano dalla fede e giungono al Matrimonio privi di Confermazione. Come conciliare, per essi, l'“obbligatorietà” della Cresima e quanto prescrive il canone 1065?
La risposta sta nella seconda parte del canone stesso: “Se è possibile farlo senza grave incomodo”. Il “grave incomodo” è rispettare i giovani che si trovano in crisi di fede, non obbligandoli ad esibire il “certificato di Cresima”, privo di valore spirituale, ma unicamente necessario per le nozze.
Questo non esclude l'invito a porsi il problema e a verificare in un contesto di maturità psico-fisica e intellettuale il rifiuto della Cresima, in particolar modo alla luce della scelta del Matrimonio-sacramento.
“Grave incomodo” è anche quando due giovani vivono in situazione coniugale irregolare (conviventi o sposati solo civilmente). In questi casi la Cresima non può precedere il Matrimonio-sacramento, “mancando quella fondamentale conversione che è condizione necessaria per ricevere la grazia del Signore” (cfr. Pastorale dei divorziati risposati n. 36).