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A volte trovano: scrittori in ricerca

A volte trovano: scrittori in ricerca

© Public Domain

Àncora Editrice - pubblicato il 11/06/14

L’ultimo prezioso testamento di padre Ferdinando Castelli, il maestro delle domande

A pochi mesi dalla scomparsa (dicembre 2013), Àncora Editrice pubblica l’ultimo prezioso testamento di padre Ferdinando Castelli: una mappa di ricerca che tocca antichi e moderni scrittori, che “A volte trovano”, ma sempre cercano. Nella prefazione, padre Antonio Spadaro definisce padre Castelli un “segugio. E come ogni segugio, era di carattere molto espansivo, di temperamento vivace, a tratti giocherellone”. Sapeva “puntare” Cristo, lo fiutava ovunque, e lo trovava soprattutto tra le pagine dei romanzi e tra i versi delle poesie. Un fine intellettuale che esprimeva con creatività la sua visione del mondo.

Padre Castelli amava scrivere, e nei titoli dei suoi numerosi libri, si può ritrovare tutta la sua visione della vita e della letteratura, che per lui andavano sempre di pari passo: l’uomo cercatore di Assoluto, abitante di un mistero che lo avvolge ma sempre fiducioso, non smarrito. Sappiamo che per padre Castelli nessuno cerca se non ha già, in qualche modo, trovato: immergersi nei suoi libri significa così esplorare lo spazio – a volte nascosto – del desiderio di Dio nel cuore dell’uomo. Dio come tormento, Dio come illusione, Dio come silenzio, Dio come padre, Dio come trinità, Dio come vita: un lungo percorso nella letteratura come luogo di ricerca continua e manifestazione a volte paradossale e imprevista del mistero divino. Gli scrittori – da Dante a Baudelaire, da Shakespeare a Saint-Exupéry, da Manzoni a Dostoevskij – erano per lui amici con i quali dialogare, di cui raccogliere i “se” e le domande, perché convinto che la letteratura sia la migliore espressione di ciò che è nascosto nel profondo del cuore umano.

Per padre Castelli la ricerca diventa una delle chiavi interpretative fondamentali per cogliere l’essenza della scrittura di molti autori: ricerca del senso, di Dio, dell’uomo, dell’avventura… E così in questo suo ultimo libro, consegnato poco prima di andarsene, possiamo percorrere le strade battute da grandi scrittori come Charles Dickens, tra l’esplosione di umorismo de Il Circolo Pickwick e l’infanzia alla deriva di Oliver Twist; da Melville alla ricerca di Moby Dick insieme al capitano Achab; da Tolstoj alla ricerca di se stesso, e da Marguerite Yourcenar alla ricerca del senso della vita. E ancora Emilio Salgari, Giovanni Guareschi, Antonia Pozzi, Leonardo Sciascia e altri. Una carrellata di autori e personaggi che regala uno sguardo originale su alcuni dei momenti più significativi della letteratura mondiale dall’Ottocento ai giorni nostri, e con essi suggestioni, vive impressioni e folgorazioni dell’anima che i poeti, i narratori e i letterati in generale sperimentano quando sono investiti dal pensiero o dall’esperienza di Dio. «Non tutti ci offriranno risposte convincenti, ma tutti ci diranno che forzare le porte del mistero non è opera da folli, ma da pellegrini saggi e coraggiosi». Il punto di partenza è una caratteristica intrinseca che contraddistingue l’uomo: l’incontentabilità e l’inquietudine. Anche quando la vita concede tutto quanto si possa desiderare, l’uomo avverte un senso di insoddisfazione dovuto alla consapevolezza che tutto passa, che la morte incombe; questo genera in lui l’anelito all’eterno, a qualcosa capace di calmare la sua sete di felicità. In altre parole, a Dio. E quando la ragione si lascia illuminare e dalla fede, avviene un radicale mutamento di prospettiva che cambia la vita.

Padre Castelli è stato un uomo alla ricerca del volto di Cristo; i suoi tre volumi Volti di Gesù nella letteratura moderna sono diventati testi imprescindibili della teologia letteraria. Il Cristo che esce dalle sue opere è quasi un personaggio pirandelliano “in cerca d’autore”: “uno, nessuno, centomila”, dove il “nessuno” identifica la sua inesauribilità e la sua differenza dai suoi “centomila” volti raffigurabili.

Padre Castelli è stato anche un maestro delle domande e un maestro di umanità: papa Francesco, pochi anni fa, dialogando con un gruppo di educatori, aveva detto che non siamo chiamati ad essere un esercito di persone che conoscono tutte le risposte, ma persone capaci di accogliere tutte le domande e di incoraggiare gli uomini alla ricerca. Ecco qual era l’aspirazione di padre Castelli.

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Ferdinando Castelli(1920-2013), gesuita, è stato docente di Letteratura e Cristianesimo presso l’Istituto di Scienze Religiose della Pontificia Università Gregoriana e anche redattore della rivista La Civiltà Cattolica per il settore letterario. Le sue opere più significative sono la trilogia Volti di Gesù nella letteratura moderna (1987, 1990, 1995) e Nel grembo dell’ignoto. La letteratura moderna come ricerca dell’Assoluto (2001, 2006). Con Àncora ha pubblicato: Se ci fosse un Dio (2008), Dio come tormento (2010), Sentinelle dell’Assoluto (2011) e Cento finestre su Dio (2013).

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