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Il papa dovrebbe twittare?

Should the Pope Tweet GPO POOL NURPHOTO – it

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padre Dwight Longenecker - Aleteia - pubblicato il 31/05/14

Francesco è il pontefice più informale e accessible della storia

Papa Francesco è il pontefice più informale e accessibile nella storia del papato, e gran parte di questa sua accessibilità è dovuta alle comunicazioni moderne.

Il papa utilizza il suo telefono cellulare per effettuare telefonate personali, poi il contenuto della telefonata finisce su Facebook e diventa globale. In una conversazione informale con i giornalisti, parlando di un omosessuale sincero che cerca veramente Dio, dice “Chi sono io per giudicare?” e questa diventa forse la citazione del secolo. Gira un video improvvisato con il cellulare salutando i protestanti pentecostali, scatta “selfies” con la folla e rilascia commenti che spesso risultano “ambigui” e provocatori. Come Benedetto XVI prima di lui, Francesco usa Twitter per comunicare il Vangelo al mondo. Attraverso i social media, le principali reti, la televisione, YouTube e Internet è visto e sentito da tutti all'istante.

È questo che dovrebbe fare il papa? Il papa dovrebbe twittare? Dovrebbe rilasciare interviste e conferenze stampa estemporanee, fare telefonate personali ed esprimere la propria opinione in modo così libero? La risposta deve essere “Sì”. Come evangelizzatore globale, papa Francesco è abile nell'usare ogni mezzo per comunicare il Vangelo a un mondo bisognoso.

Ad ogni modo, come osserva il corrispondente vaticano Jonh Allen, lo stile informale di Francesco può anche provocare problemi. Allen sottolinea che nella conferenza stampa informale nel volo di ritorno dalla Terra Santa papa Francesco ha parlato ai giornalisti dell'imminente Messa con le vittime di abusi sessuali.

Il problema con il fatto di lasciar filtrare queste notizie è che papa Francesco aveva i dati sbagliati sulla Messa, e ci sono ragioni per le quali questo argomento molto sensibile doveva essere trattato con più attenzione. In passato, quando Benedetto XVI ha incontrato le vittime di abusi sessuali, gli incontri erano privati. La stampa è stata informata solo dopo la fine di questi eventi. Il motivo era evitare che l'incontro venisse visto solo come una trovata pubblicitaria prefabbricata e difendere la privacy delle vittime. Queste ultime non venivano esposte al pubblico. Parlavano alla stampa e venivano notate solo se sceglievano di farlo.

In quasi ogni conferenza stampa, telefonata, conversazione informale improvvisata ed evento non previsto, lo stile trasparente e rilassato del papa ha provocato confusione, costernazione e perplessità tra i fedeli. Se lo stile informale di Francesco è fresco e richiama le riforme necessarie, è anche vero che un metodo di comunicazione informale e spesso ambiguo di questo tipo non può fare altro che erodere la solenne autorità di insegnamento del papato.

I cattolici ben informati sono consapevoli del fatto che c'è una differenza tra le dichiarazioni personali di un papa e l'insegnamento infallibile della Chiesa. Gli osservatori informati comprendono che i pronunciamenti formali del papa e l'insegnamento autorevole sono una questione ben diversa dai commenti improvvisati, dalle osservazioni personali e dalle conversazioni private.

La maggioranza degli osservatori mondiali non è purtroppo consapevole di queste distinzioni. Quando il papa compie un gesto simbolico memorabile lo ricordano e credono che sia autorevole. Quando il papa parla in modo informale, nella mente di molti potrebbe anche parlare in modo infallibile.

Sono un sostenitore di papa Francesco e ammiro la sua vita di sacrificio, il suo esempio profetico e il suo desiderio di portare il Vangelo a tutti. La sua popolarità e la sua presenza sono un grande dono per la Chiesa. Il suo stile informale ha però bisogno di essere controllato per non erodere l'autorità del suo ufficio. Un papa, come un monarca, dovrebbe capire che quando si parla di dichiarazioni pubbliche, “meno è meglio”.

Le migliori comunicazioni di Francesco avvengono attraverso gesti forti, simbolici e profetici. Quando bacia un uomo deforme, lava i piedi ai poveri, resta in silenzio di fronte al memoriale alle vittime della violenza, si sposta in una macchina non lussuosa, abbraccia un bambino, le sue azioni parlano con la pienezza del Vangelo dell'amore e la sua presenza produce una testimonianza significativa e piena come la vita stessa.


Padre Dwight Longenecker è l'autore di The Romance of Religion: Fighting for Goodness, Truth, and Beauty.

[Traduzione a cura di Roberta Sciamplicotti]

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