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​Continuano i massacri in Centrafrica

Massacre of Christians in Bangui

© MARCO LONGARI / AFP

CENTRAL AFRICAN REPUBLIC, Bangui : Wounded patients receive medical care in the ward of the "Hopital Communautaire" (Community Hospital) in Bangui on May 28, 2014. At least 10 people were killed and several others wounded in clashes on May 28 in the capital of the strife-torn Central African Republic, officials said. The violence erupted during the afternoon close to the Notre-Dame de Fatima church in Bangui, according to a police officer and a military source. AFP PHOTO/MARCO LONGARI

Chiara Santomiero - Aleteia - pubblicato il 29/05/14

Sono almeno 15 le vittime di un attentato compiuto contro una chiesa alla periferia di Bangui

Continuano a soffrire i cristiani nella Repubblica centrafricana nonostante i tentativi di arrivare alla fine degli scontri. Nella guerra civile in atto ormai da mesi il caos è alimentato anche dalle violenze tra musulmani e cristiani. Decine di morti si sono registrati nei mesi scorsi e il 28 maggio si è verificata l’ultima strage.

Sono almeno una quindicina, secondo fonti di polizia e testimonianze riportate da siti e quotidiani online, le vittime di un attentato compiuto contro una chiesa alla periferia di Bangui, in un quartiere abitato da cristiani e musulmani (Avvenire 29 maggio). La gente era riunita nel cortile della chiesa di Nostra Signora di Fatima quando uomini armati hanno cominciato a sparare e non c’è stato scampo. “I feriti sono molti e tra le vittime c’è anche un sacerdote diocesano, padre Paul-Emile Nzale, che assisteva i più vulnerabili”, riferisce il segretario generale della Conferenza episcopale del Centrafrica, padre Cyriaque Gbate Doumaloò (Misna 28 maggio).

La notizia è stata confermata anche dall’arcivescovo Dieudonné Nzapalainga (Tmnews 29 maggio). Massacri, spesso a colpi di machete, si sono registrati un po’ in tutto il Paese. Per cercare di mettere fine alle violenze il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite aveva approvato all’unanimità una Risoluzione per istituire una Missione di stabilizzazione nella Repubblica centrafricana con l’invio di 10 mila caschi blu a partire dal prossimo settembre. La missione sarà affiancata da un contingente di militari francesi e da una forza formata da Paesi dell’Unione Europea. Il mandato dell’Onu è previsto fino al settembre 2015. Il Paese tuttavia resta sull’orlo del baratro. L’anno scorso una mediazione era stata avviata dalla Comunità di Sant’Egidio. Colloqui tra le diverse parti in lotta si sono tenuti a Roma il 6 e il 7 settembre nella sede della Comunità e alla fine era stato firmato il “Patto Repubblicano tra il Presidente della Repubblica, Michel Djotodia, il Primo Ministro, Nicolas Ntiangaye, e il presidente del Consiglio Nazionale di Transizione, Alexandre-Ferdinand Nguendet. Ma la situazione non è mai migliorata, nonostante diverse riunioni a Roma presso la sede della Comunità per implementare il “Patto repubblicano”.

Nel Paese era stato già ucciso un sacerdote il 18 aprile scorso, padre Christ Formane Wilibona. Dopo l'uccisione di ieri in Repubblica Centrafricana, del secondo sacerdote dall'inizio dell'anno, gli operatori pastorali (preti, religiose e laici) vittime di diverse forme di violenza nel mondo aumentano a 12 (Il sismografo 29 maggio).

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