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Chi sono le persone che mangeranno con il papa?

Pope Francis meets Argentine youngsters at the Metropolitan Cathedral in Rio de Janeiro – it

AFP PHOTO / POOL - OSSERVATORE ROMANO

BRAZIL, Rio de Janeiro : Pope Francis meets Argentine youngsters at the Metropolitan Cathedral in Rio de Janeiro, Brazil on July 25, 2013. Pope Francis urged young Brazilians not to despair in the battle against corruption Thursday as he addressed their country's political problems in the wake of massive protests. The first Latin American and Jesuit pontiff arrived in Brazil mainly for the huge five-day Catholic gathering World Youth Day. AFP PHOTO / POOL - OSSERVATORE ROMANO

Andres Bergamini - Patriarcato Latino di Gerusalemme - pubblicato il 24/05/14

A Betlemme con le famiglie cristiane

Abbiamo intervistato mons. William Shomali, vescovo ausiliare di Gerusalemme, a proposito del gruppo di famiglie che pranzerà con papa Francesco a Betlemme, dopo la messa nella piazza della mangiatoia.

1) Come mai il papa ha scelto di mangiare con le famiglie cristiane? Qual è la sua intenzione profonda?
Papa Francesco vuole spendere un po’ di tempo con le famiglie povere di Betlemme e con i loro bambini per ascoltare la loro voce, far sentire la sua vicinanza e la sua tenerezza. Egli non ha voluto mangiare con i cardinali, con i vescovi, con i politici ma con famiglie povere. C’è voluto tempo per capire le ragioni di questo gesto. Questo rende il papa davvero ammirevole: come Gesù vuole stare vicino ai poveri.

2) Come è stata fatta la scelta delle persone che condivideranno il pasto con Francesco?
L’assemblea degli ordinari di Terra Santa, sotto la cui direzione è stata organizzato tutto il viaggio del Santo Padre, ha nominato un comitato. Il comitato ha fissato dei criteri che identificano “categorie” di povertà. Ogni famiglia scelta rappresenta quindi una categoria di bisogno. Non sono stati scelti poveri che non hanno pane da mangiare o che vivono sulla strada.
I nostri poveri sono persone che soffrono per ragioni umanitarie, politiche, sociali. Abbiamo contattato i parroci e ascoltato tante persone. Molti laici hanno proposto nomi. Abbiamo discusso insieme e alla fine siamo arrivati a una lista finale. Tanti avrebbero voluto essere selezionati e purtroppo non era possibile accontentare tutti. È stata una scelta dolorosa!

3) Ci può dare qualche esempio dei casi che avete scelto?
Una famiglia viene da Ikrit, un villaggio dell’alta Galilea, che nel 1948 venne evacuato dall’esercito israeliano e raso al suolo.  Solo la chiesa venne risparmiata. Nonostante ci siano state delle sentenze dei tribunali, gli abitanti arabi cristiani non hanno mai potuto fare ritorno nel loro villaggio.
Un’altra fa parte delle 58 famiglie che hanno terreni nella zona di Cremisan, a Beit Jala. Secondo il tracciato previsto del muro di separazione deciso da Israele, questi terreni resteranno oltre il muro, inaccessibili ai proprietari. Ci sono in corso dei processi che speriamo possano avere esito positivo.
Una famiglia rappresenta la categoria delle coppie che hanno chiesto un ricongiungimento famigliare. Un coniuge è di Gerusalemme e uno dei territori. Secondo la legge israeliana e difficile dare al conjuge palestinese una residenza permanente a Gerusalemme.
Un’altra famiglia ha un figlio condannato all’ergastolo; un’altra ha il figlio esiliato a Gaza per ragioni politiche. Una famiglia invece viene da Gaza, che pure è una grande prigione. Questi sono i casi che sono stati scelti.

4) Quindi sarà un gruppo vario, sia per età, sia per provenienza, sia per la sofferenza che vivono.
Si, saranno gruppi familiari composti da padre madre e figli. Dove manca un coniuge questo verrà sostituito da un parente prossimo; famiglie giovani o di mezza età. Non ci saranno molti anziani. Saranno venti persone in tutto, secondo il numero che è stato chiesto.
Dopo la messa si recheranno al Casanova di Betlemme, gestito dai frati francescani. Il pranzo durerà un’ora. Prenderanno posto a tavola con papa Francesco e potranno esporre il loro caso, confrontarsi con lui e ricevere da lui parole di conforto. Qualcuno delle famiglie parla italiano e qualcuno spagnolo. Ci sarà un frate argentino che parla l’arabo per aiutare nelle traduzioni.

5) Papa Francesco, là dove è andato in visita, ha sempre voluto condividere il pasto con persone semplici, povere o emarginate. Cosa insegna alla chiesa di Gerusalemme?
Ci da una lezione a noi vescovi e sacerdoti. Dobbiamo essere vicini alla sofferenza del popolo di Dio e non vivere isolati nelle nostre case. Il papa ha detto sempre di uscire, uscire verso gli altri, uscire a cercare le pecore e non aspettare che le pecore cerchino i pastori. È un grande esempio per noi. Il papa non vedrà tutte le miserie delle Terra Santa. Incontrerà solo cinque famiglie e, dandoci una bella spinta, lascerà a noi il lavoro da proseguire!

Qui l’originale

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