Il male, forse, è più vistoso del bene. Ma il bene, anche oggi, è di gran lunga superiore al male
Quesito
Salve Padre,
ho una domanda che mi tormenta e mette a dir poco in crisi la mia fede. Che cosa ci faceva un serpente velenoso nel "paradiso terrestre"? Voglio dire: lucifero, a causa del suo peccato, fu "precipitato" da Dio… Ma perchè venne a trovarsi proprio dove vivevano Adamo ed Eva? Dobbiamo forse pensare che Dio non si fosse reso conto di questo fatto? E che Dio non fosse in grado di prevedere che i suoi ingenui figli umani si sarebbero "fatti fregare"? Se Dio è onnisciente, sapeva come sarebbero andate le cose; allora perchè ha lasciato che il più potente e cattivo degli angeli potesse avvelenare Adamo ed Eva? E, di conseguenza, come ha potuto lasciare che iniziasse la catena di peccato, perversione e sofferenza che oggi tutti subiamo e perpetriamo? Ma soprattutto: come può un Padre amorevole lasciare che tanti dei suoi figli vadano all'inferno???Una simile strage solo per garantirsi di essere amato "liberamente", di essere scelto? Mi viene da pensare che se Dio ha fatto succedere tutte queste cose "consapevolmente" (perchè non credo che agisca senza pensare alle conseguenze delle Sue azioni), allora, in ultima analisi, è Lui il responsabile di tutto; di tutto il bene e di tutto il male. E noi subiamo sulla nostra pelle gli effetti di questo "copione", di questa trama che Lui scrive. Scusi il tono di questa mail, un po' provocatorio… sono un po' arrabbiato.
Grazie per tutto il lavoro che fa su questo sito.
Luca
Risposta del sacerdote
Caro Luca,
1. dobbiamo evitare di pensare che nel paradiso terrestre Dio abbia messo anche il demonio.
Il linguaggio della Sacra Scrittura, soprattutto per i primi 11 capitoli della Genesi, è un linguaggio figurato, che tuttavia vuol dire grandi cose.
2. In che senso dunque il demonio era presente? Senti che cosa dice Giovanni Paolo II a proposito del peccato. Pur essendo senza dubbio un’opera dell’uomo, nel peccato però interagiscono “fattori per i quali esso si situa al di là dell’umano, nella zona di confine dove la coscienza, la volontà e la sensibilità dell’uomo sono in contatto con forze oscure che, secondo S. Paolo (Rm 7,7-25; Ef 2,2; 6,12) agiscono nel mondo fin quasi a signoreggiarlo” (Reconciliatio et paenitentia, 14). Ecco dunque in quale senso era presente il demonio: non era presente in maniera materiale, ma come essere spirituale che è come confinante con lo spirito dell’uomo.
3. Va ricordato che i nostri progenitori non avevano soltanto il demonio come realtà confinante.
C’era qualcosa di più prezioso e più grande: essendo in grazia, avevano Dio non semplicemente come confinante, ma dentro di loro. Inoltre godevano del ministero degli angeli, in particolare del loro angelo custode.
4. Mi chiedi poi perché Dio abbia permesso che il peccato inquinasse la storia dell’umanità. E soggiungi: solo perché gli uomini lo amassero liberamente? Lo avrebbero amato liberamente anche senza il peccato. Così infatti lo hanno amato Adamo ed Eva prima della caduta. Così lo ha amato Gesù in quanto uomo. Così lo ha amato anche la Beata Vergine Maria, la quale è stata concepita piena di grazia e non commise mai alcun peccato.
5. Dio, in quanto è onnisciente, sapeva benissimo come sarebbero andate le cose. Perché allora permise il peccato e la conseguente catena di peccati? Ecco la risposta del Catechismo della Chiesa Cattolica, che è una risposta di fede. È una risposta di cui se ne intuisce la razionalità, ma che è compresa solo nell’orizzonte della fede: “Ma perché Dio non ha impedito al primo uomo di peccare? San Leone Magno risponde: « L’ineffabile grazia di Cristo ci ha dato beni migliori di quelli di cui l’invidia del demonio ci aveva privati » (Sermones, 73, 4). E san Tommaso d’Aquino: « Nulla si oppone al fatto che la natura umana sia stata destinata ad un fine più alto dopo il peccato. Dio permette, infatti, che ci siano i mali per trarre da essi un bene più grande. Da qui il detto di san Paolo: "Laddove è abbondato il peccato, ha sovrabbondato la grazia" (Rm 5,20). E il canto dell’Exultet: "O felice colpa, che ha meritato un tale e così grande Redentore!"» (Somma teologica, III, 1, 3, ad 3) (CCC 412).