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Cresce la cultura “green” delle parrocchie

Arbre vert et croix – it

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Chiara Santomiero - Aleteia - pubblicato il 19/05/14

Secondo uno studio condotto da Cesab nelle parrocchie si parla sempre più spesso di temi ecologici anche se rimane carente l'efficienza energetica

Dicono gli esperti che la pratica è ancora da affinare, ma la sensibilità al tema c’è: si parla di parrocchie dove cresce l’attenzione all’ambiente ma l’efficienza energetica è ancora scarsa. E’ questo il risultato dello Studio “Chiesaecologica” – il primo realizzato a livello internazionale in parrocchie e istituti religiosi su questi temi -condotto dal Centro di ricerche in scienze ambientali e biotecnologie (Cesab) in collaborazione con l’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum , l’università Lumsa e il Vicariato di Roma, e presentato in occasione del convegno “Comunicazione sociale e mass media: il caso della comunicazione ambientale presso le parrocchie romane“.

Secondo la ricerca se da un lato il 45% degli intervistati dichiara di inserire nelle omelie “spesso” o addirittura “molto spesso” questioni legate all’ecologia, dall’altro lato “solo il 6% delle parrocchie prese in esame produce energia pulita”. Nelle attività pastorali, quindi, sottolinea il Cesab “il benessere del Pianeta ricopre un ruolo importante, soprattutto durante le omelie, la pastorale o la catechesi. Tuttavia gli approfondimenti sull’ecologia sono, ad oggi, ancora pochi. Il 39% del campione dichiara di non organizzarne mai, il 28% lo fa raramente, mentre circa un terzo delle parrocchie organizza di frequente momenti di educazione ambientale”. Tra i temi più discussi nelle parrocchie italiane ci sono: l’inquinamento globale, l’efficienza energetica e le responsabilità dell’uomo (green report.it 14 maggio).

Per quanto riguarda, invece, lo sviluppo di politiche ambientali, “il 76% del campione dichiara di usare lampade a risparmio energetico, il 6% si è impegnato nello sviluppo di sistemi di efficienza energetica, mentre il restante 18% ammette di non aver ancora avviato nessuna attività ecosostenibile, sia per mancanza di fondi sia perché ignaro dei benefici e delle reali opportunità offerte dalle nuove politiche energetiche” (AdnKronos 14 maggio).

Si tratta di dati incoraggianti per Ercole Amato, presidente del Cesab, proprio perché “l’interesse che abbiamo riscontrato da parte degli intervistati ci conduce a riflettere sull’esigenza di rafforzare la presenza delle istituzioni scientifiche al fianco degli operatori religiosi che nella società rappresentano la difesa dei valori cristiani. Si tratta di operatori che, svolgendo una funzione tutt’altro che tecnica, hanno bisogno di chi possa offrire loro, in modo affidabile e autorevole, tutta l’assistenza che meritano nello scegliere le migliori soluzioni nel campo ambientale” (green report.it 14 maggio).

Lo studio ha riguardato inizialmente un campione di almeno 80 fra parrocchie, comunità, istituti religiosi e scuole cattoliche della diocesi di Roma. Una maggiore presa di coscienza sulla salvaguardia degli edifici religiosi considerata dal punto di vista dell’efficienza energetica è destinata ad avere conseguenze rilevanti se si considera la vastità del patrimonio ecclesiastico.
Per questo motivo la ricerca si compone di due parti: la prima riguarda la comunicazione ambientale e si sofferma sull’approccio che parrocchie, comunità, istituti religiosi e scuole cattoliche hanno riguardo ad ecologia e ambiente attraverso la somministrazione di un questionario. Lo step successivo è lo studio energetico per incoraggiare gli enti in questione ad esaminare dettagliatamente la loro situazione ecologica ed ambientale, come stimolo per individuare punti deboli, inefficienze ed errori d’applicazione. Una volta individuati tali punti deboli, il progetto invita a cercare soluzioni per migliorare le condizioni degli ambienti (casaeclima.com 14 maggio).

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