La prova di Cossé
Cosa succederebbe se avessimo la prova inconfutabile dell’esistenza di Dio? Se lo chiede Lucetta Scaraffia recensendo un racconto, pieno di suspense, di Laurence Cossé (La prova nascosta, Roma, Edizioni e/o, 2014, pagine 240, euro 16).
In apparenza si tratta di una trama banale: un sacerdote emarginato, probabilmente sospeso dal ministero, invia a un “casuista” molto noto, direttore di una importante rivista di spiritualità, un plico che lo stravolge: è, in poche pagine, la prova dell’esistenza di Dio. Una prova in fondo semplice, ma che nessuno fino ad allora aveva avuto il coraggio di pensare. Da questa scoperta si dipana una concitata serie di contatti allarmati che seminano panico nelle élite dirigenti — alcuni ne vengono però anche illuminati — ma sollievo e speranza nei poveretti che per caso vengono messi a parte della notizia.
Spaventati sono i membri di gruppi che temono — e non a torto — di vedere diminuito o cancellato il loro potere da una simile inconfutabile verità, la quale indurrebbe tutti a cambiare radicalmente vita. La cosa più interessante è che alcuni di loro — in primis il provinciale dei casuisti di Parigi, da cui dipende il religioso informato per primo — addirittura si rifiutano di leggere il foglietto dove è scritta la prova, «per non venire influenzati, per non perdere lucidità». Per continuare, cioè, a essere quello che erano sempre stati.