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Contro l’intolleranza, vince l’accoglienza

chiesa valdese

chiesavaldesepiazzacavour.it

Chiara Santomiero - Aleteia - pubblicato il 16/05/14

Svastiche e scritte omofobe sulla chiesa valdese di piazza Cavour a Roma: una intimidazione in vista dell'incontro di preghiera previsto per la Giornata mondiale contro l'omofobia

Vernice nera contro la facciata principale e una frase contro gli omosessuali con accanto una svastica su un muro laterale: così il 14 maggio è stata imbrattata la Chiesa valdese in piazza Cavour a Roma, una presenza storica nella città che proprio quest’anno celebra i 100 anni dalla inaugurazione. La bottiglietta lanciata con la vernice nera mirava alla bandiera rainbow esposta sulla facciata (il restauro della quale si era concluso da poco tempo). Tutto questo perchè il prossimo 17 maggio, in occasione della Giornata mondiale contro l’omofobia e la transfobia, il tempio di piazza Cavour, in collaborazione con la Refo (rete Evangelica Fede ed Omosessualità), invita ad un incontro di preghiera e poi a un concerto. Un gesto di intolleranza e inciviltà che non impedirà alla comunità valdese di continuare nell’accoglienza fraterna di tutti, come spiega ad Aleteia il pastore Antonio Adamo.

Quale reazione ha suscitato in voi questo gesto?

Adamo: Un grande dispiacere e tanta amarezza. E’ un gesto di rifiuto che alza barriere tra le persone e non fa onore a un Paese che vuole essere aperto e accogliente. Noi preghiamo perchè le persone possano vivere in pace e cerchiamo di creare ponti affinchè si incontrino senza pregiudizi. Occorre imparare ad apprezzarsi per il valore intrinseco che è in ogni persona, indipendentemente dall’appartenenza di genere, di etnia, di religione, di cultura.

Da dove nascono, secondo lei, gesti del genere?

Adamo: Si tratta di una reazione violenta contro un simbolo di diversità, l’espressione di un mondo omofobo che è presente trasversalmente nella nostra società. Si concentra nel disprezzo e non nel dissenso che ha invece luoghi e modalità dialogiche per poter essere esternato. Non credo che questi gesti siano indicativi di un consenso ampio, appartengono piuttosto a dei gruppi limitati, che agiscono al confine tra teppismo e bullismo. Lo prova il fatto che abbiamo ricevuto tante attestazioni di solidarietà da parte di gruppi, associazioni, comunità anche religiose.

Quest’anno si celebra il centenario della chiesa di piazza Cavour: quale presenza ha segnato in questi 100 anni nella città di Roma?

Adamo: Cento anni rappresentano un bel traguardo che ha visto crescere la comunità valdese e la chiesa di piazza Cavour è ormai una presenza che appartiene alla storia della città e del quartiere. Siamo stati presenti in momenti importanti della vita civile – per esempio le battaglie per i diritti civili degli anni ’70 o più recentemente l’impegno per la pace, l’ambiente e contro la privatizzazione dell’acqua – e abbiamo cercato di stabilire un dialogo costante con la città attraverso le relazioni ecumeniche e il mondo della cultura. Da oltre un quarto di secolo, per esempio, viviamo una relazione ecumenica con la parrocchia di Cristo Re che è accanto a noi, in viale Mazzini. Ogni anno, in occasione della settimana di preghiera per l’unità dei cristiani mettiamo in atto, con una speciale dispensa, lo "scambio di ambone" per cui il parroco viene a predicare nella chiesa valdese e il pastore predica in parrocchia nella messa domenicale. Insieme alla chiesa di S. Lucia del Gonfalone, ancora, da alcuni anni realizziamo un’iniziativa di lettura continua della Bibbia da cui è derivata la produzione di alcuni cd anche per le persone non vedenti. Sono davvero tante le iniziative poste in essere, anche in relazione al dialogo interreligioso.

A proposito di relazioni ecumeniche, quale bilancio si può tirare del cammino fatto in questi anni? Cambia qualcosa con la presenza di Papa Francesco?

Adamo: C’è un’attesa. L’atteggiamento di dialogo e di attenzione di Papa Francesco certamente ha una ricaduta positiva sulle relazioni ecumeniche. L’auspicio è che il cammino già fatto possa continuare ed essere anche intensificato con ulteriori momenti di incontro e confronto.

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