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Si può vivere senza credere a nulla?

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Grassroot Films

Centro de Estudios Católicos - pubblicato il 14/05/14

Compiamo molti “atti di fede” ogni giorno, senza rendercene conto: ad esempio, salire in ascensore

“L'incredulità è essenzialmente contraria alla natura dell'uomo”, diceva San Tommaso d'Aquino. Ci si deve allora domandare: si può vivere senza fede?

Analizziamo la nostra vita quotidiana per vedere se è possibile vivere senza credere a “qualcosa” o a qualcuno.

Un atto semplice e quotidiano come salire in ascensore richiede “fede”, perché sappiamo esattamente come funziona l'ascensore? Sappiamo chi l'ha costruito? Sappiamo se è stato revisionato ultimamente? La maggior parte delle persone risponderebbe di no a queste domande, ma sale “incoscientemente” su uno di questi “apparecchi” tutti i giorni. Accettiamo moltissime cose della nostra vita quotidiana – soprattutto in questa nostra era tecnologica – con una certa fiducia “cieca” nella scienza, e tanto più quando questa fiducia appare sufficientemente confermata dall'esperienza comune.

Per usare le parole di Joseph Ratzinger, “noi viviamo di una rete di non conoscenze, delle quali ci fidiamo a causa delle esperienze generalmente positive”. In poche parole, confidiamo negli altri e nelle loro conoscenze e partecipiamo al sapere di altri, che non è nostro. È per questo che confidiamo nel fatto che usando un cellulare questo non esploderà, o che salendo su un aereo questo volerà anziché cadere; non perché conosciamo “come” funziona, ma perché sappiamo e confidiamo nel fatto qualcuno lo sappia e che – basandoci sulla sua conoscenza del “come” – arriveremo ad avere questo “apparecchio” nelle nostre umani e potremo utilizzarlo per chiamare un amico.

È inevitabile: nessuno può sapere tutto né dominare assolutamente con il proprio sapere ciò su cui si basa la nostra vita. È per questo che possiamo affermare che la fede – intesa come fiducia nell'altro – è indispensabile per la nostra vita quotidiana. Senza fede semplicemente non ci muoveremmo, non saliremmo in macchina, non useremmo il cellulare né il computer. Senza questa fiducia non funzionerebbe nulla, perché tutti e ciascuno dovremmo iniziare “da zero”, dall'inizio. Nel senso più profondo: la vita umana sarebbe impossibile se non ci fosse fiducia nell'altro e negli altri, visto che una persona non può fidarsi solo della propria esperienza né solo delle proprie conoscenze.

Vista da un'altra angolazione, però, la fede denota in un certo senso un'“ignoranza”, e conoscere sarebbe meglio. Esiste allora il desiderio naturale di passare, per quanto ci è possibile, dall'ignoranza al sapere, a una conoscenza giusta e significativa, almeno nel campo della scienza. Dobbiamo tuttavia accettare che non potremo conoscere tutto, e quindi ci vediamo costretti a partecipare alla comune comprensione di questo mondo, che pur essendo vasta non è totale. In breve, in una società senza fiducia non si può vivere. La fiducia è la base di ogni società umana.

Sulla stessa linea, possiamo allora affermare che non è necessario comprendere come funziona la legge di gravità per crederci; la sperimentiamo quotidianamente, anche senza rendercene conto, come quando camminiamo o per un duro colpo in una caduta (e in quest'ultimo caso ci rendiamo conto che non possiamo ignorarla, anche se non conosciamo e non comprendiamo la sua spiegazione scientifica).

Questa “fede naturale” – con le parole di Joseph Ratzinger – si compone di tre elementi fondamentali e innegabili di cui tener conto:

1. Si riferisce sempre a qualcuno che “conosce”, ovvero presuppone la conoscenza reale delle persone qualificate e degne di fiducia che ci dicono che è così.

2. La fiducia di “molti” che basano l'uso quotidiano delle cose sulla solidità del “sapere” che c'è dentro di loro. Ciò vuol dire che esistono un ordine e una “razionalità” nelle cose delle quali non partecipo coscientemente ma che so che esistono.

3. C'è una certa verifica personale di questo “sapere di altri” mediante l'esperienza di ogni giorno.

Questi tre elementi fanno sì che la nostra fiducia non sia irrazionale. Un buon esempio per illustrare questi tre elementi applicati alla nostra vita quotidiana è l'elettricità: molti di noi non possono dimostrare scientificamente l'esistenza e le proprietà fisiche dell'elettricità, ma la lampadina accesa accanto al mio letto mi dice che è reale, che anche se non sono una di quelle persone che “conoscono” come funziona esattamente l'elettricità non opero con una fede completamente irrazionale, ma la mia “fede naturale” nelle proprietà fisiche dell'elettricità è basata su un'esperienza, su una corroborazione personale.

Tutto ciò che è stato detto fa riferimento, come abbiamo spiegato, a una fede “naturale”, della quale molti non sono consapevoli. Chi però accetta liberamente che questo è reale, che bisogna avere una certa “fede naturale” per vivere, può allora accettare senza grandi difficoltà che non sia irrazionale credere in “qualcosa”, o meglio ancora in “Qualcuno” che non è soggetto a queste leggi naturali se questa FEDE – chiamiamola soprannaturale – possiede i tre elementi enunciati in precedenza: fiducia in qualcuno degno della nostra fiducia, fiducia in “molti” altri che per la propria esperienza verificano che è così e fiducia nella nostra esperienza personale.

Questo passo ulteriore, molto più difficile per quelli che cercano di verificare tutto attraverso il metodo scientifico e per quanti credono che la realtà si limiti a ciò che posso percepire con i sensi, richiede un assenso umile della ragione, che sa di essere incapace di conoscere tutto e accetta quindi che esista una realtà “impercettibile” ma che è tanto o più reale di ciò che si può percepire con i sensi. Questa è la realtà soprannaturale, e per vederla e conoscerla è necessaria questa fede soprannaturale.

[Traduzione a cura di Roberta Sciamplicotti]

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