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ACS: aiuti alle comunità cristiane in Siria per oltre 600 mila euro

Siria – Damasco

© AIUTO CHIESA CHE SOFFRE

Aiuto alla Chiesa che Soffre - pubblicato il 08/05/14

Lo sforzo per sostenere una popolazione allo stremo per via di guerra e persecuzione

A nome delle famiglie di Sadad e di Homs vi ringrazio dal profondo del cuore. Noi preghiamo per voi e quanti lavorano per aiutare i nostri fratelli che soffrono in Siria. Pregate Dio affinché ci doni nuovamente pace e stabilità». È il ringraziamento inviato ad Aiuto alla Chiesa che Soffre da Selwanos Boutros Alnemeh, metropolita ortodosso di Homs e Hama, per l’ultima donazione ricevuta.

La fondazione pontificia ha appena stanziato contributi straordinari in favore dei siriani per un totale di 410mila euro. 280mila euro sono stati devoluti a progetti a sostegno degli sfollati interni e delle famiglie cristiane ad Homs, ad Aleppo e nella Valle dei Cristiani. I restanti 130mila euro aiuteranno i rifugiati siriani in Libano.
Dall’inizio della crisi siriana ACS ha donato circa 3milioni e 500mila euro per progetti in Siria e in favore dei siriani che hanno trovato rifugio neipaesi vicini.Nel solo 2014 sono stati stanziati 634mila euro. Il responsabile internazionale di ACS per il Medio Oriente, padre Andrzej Halemba, non esclude che la fondazione pontificia possa devolvere presto ulteriori donazioni. «Purtroppo la situazione in Siria continua a deteriorare – afferma – e temo che assisteremo a nuove atrocità. La sofferenza del popolo, e in special modo quella dei cristiani, è destinata ad aumentare e saranno necessari altri aiuti».

Padre Halemba ricorda le oltre 140mila persone che hanno perso la vita in questi tre anni di crisi, i circa 7 milioni di sfollati interni ed i 2 milioni di siriani che si sono rifugiati all’estero. Senza contare le innumerevoli case distrutte e le migliaia di attività fallite dove un tempo lavoravano milioni di siriani.

Suor Annie Demerjian, uno dei partner locali di ACS, si prende cura di oltre 500 famiglie tra Homs e la città di Hassanke. La religiosa racconta del dramma di tante siriane rimaste vedove o i cui mariti hanno perso il lavoro. Storie di donne costrette a vendere il proprio corpo per sopravvivere e dare da mangiare ai propri figli. «Molti uomini approfittano della drammatica povertà in cui vivono donne e bambine – afferma – il vostro aiuto ci permette di liberare molte di loro da questa orribile schiavitù».

Sempre nella città di Homs, ACS sostiene i Centri di Riconciliazione del Servizio dei Gesuiti per i Rifugiati. In queste strutture vengono distribuiti aiuti umanitari, assistenza medica e psicologica e sono organizzate diverse attività tra cui corsi di educazione alla non violenza. Il progetto è iniziato nel 2012 quando il direttore, padre Ziad Hilal, si è trasferito nella periferia di Homs su invito del suo superiore padre Frans Van der Lught, il gesuita assassinato lo scorso 7 aprile. «Il nostro obiettivo – spiega padre Ziad – era mantenere vivo il tessuto sociale siriano, nonostante la guerra. Facciamo tutto il possibile per offrire supporto morale e psicologico a chi ne ha bisogno ed aiutare i siriani a continuare a vivere nel loro paese».

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