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Un anno fa moriva Agnese Borsellino

Agnese Borsellino

© Public Domain

Aleteia - pubblicato il 07/05/14

La vedova del giudice antimafia si è spenta dopo una lunga malattia. Esempio per molti delle virtù cristiane.

Un anno fa, il 5 maggio 2013, Agnese Borsellino, la vedova del giudice Paolo Borsellino, tornava alla casa del Padre. A darne notizia fu il cognato Salvatore: “E’ morta Agnese. E’ andata a raggiungere Paolo. Adesso saprà la verità sulla sua morte”. È sempre stato questo il cruccio che ha lentamente debilitato la salute della signora Agnese. Non sapere. Lei che ha vissuto il «dramma con cristiana rassegnazione, senza nutrire sentimenti di odio nei confronti degli assassini», e ripetendo spesso che «Se c’è un insegnamento che mio marito mi ha dato è che nel cuore dell’uomo, anche di quello più cattivo, c’è sempre un angolo nascosto del buon Abele che, se opportunamente stimolato, può riaffiorare. La speranza allora si nutre della fiducia nell’uomo, anche verso chi sì considera e chi si comporta come un nemico». Sì perché la fede di Paolo Borsellino è nota, come si può evincere da questo aneddoto: nel settembre del 1991 Vincenzo Calcara, "uomo d’onore" di Cosa Nostra, disse a Borsellino: "non deve aver più paura, io che dovevo ucciderla sono in carcere". Paolo sorrise e rispose: "paura? ma tu non sai che è bello morire per cose in cui si crede; volevate uccidermi a Marsala? A Palermo dovete uccidermi, è più facile". Soggiunse: «un cristiano non teme la morte», mostrando la Sua profonda adesione alle parole: «chi vuol salvare la sua vita la perderà, e chi la perderà l’avrà salvata». (Famiglia Cristiana, agosto 1992)

La consapevolezza della missione di giustizia e riconciliazione che il marito ha portato avanti a costo della vita contro quelle forze con cui si batteva, sono racchiuse in queste parole: «Sapere che il sangue del mio Paolo oggi è seme di speranza e di liberazione per tutto questo nostro popolo mi riempie di gioia e di orgoglio e mi dà un senso della mia pochezza e della mia indegnità». (Blog di Giuliano Guzzo, 6 maggio 2013)

Una figura mite, capace di raccogliere attorno a sé un movimento di giovani accomunati dalla lotta alla mafia, e alle ingiustizie. Figli spirituali della coppia Borsellino che oggi si riunisce e potrà continuare a guidarli dal Cielo.

Aleteia ha voluto ricordare una figura così splendida di fede e impegno civile.

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