Aleteia logoAleteia logoAleteia
venerdì 29 Marzo |
Aleteia logo
News
separateurCreated with Sketch.

I figli di famiglie separate: i Gruppi di Parola

A kid standing in between divorced parents – it

Pixel 4 Images

Dimensione Speranza - pubblicato il 07/05/14

Non è la separazione in sé il vero rischio per i figli, bensì l'esposizione al prolungato ed elevato conflitto genitoriale

Introduzione

Il divorzio rappresenta per i figli una prova, un evento critico che comporta difficoltà e cambiamenti da affrontare; tuttavia, la letteratura (Camara & Resnick, 1988; Marzotto & Telleschi, 1999) indica come non sia la separazione in sé il vero rischio per i figli, bensì l’esposizione al prolungato ed elevato conflitto genitoriale. Essa inoltre illustra come a volte per i genitori, presi dalle loro vicende interpersonali, possa risultare molto difficile udire la voce dei figli e riconoscere il loro disorientamento (Dolto, 1988).

Ecco allora che i Gruppi di Parola possono rappresentare una risorsa idonea a cui i figli di famiglie divise possono fare riferimento per mettere parola sul dolore e intraprendere un lavoro di ricerca di senso rispetto a quanto accaduto, dare una prospettiva storica alla vicenda separativa e prefigurare nuovi e possibili scenari di vita anche a fronte della separazione (Marzotto, 2000). I figli "parlano la famiglia" (Simon, 2007) e mettono parola sui sentimenti che circolano nel gruppo familiare e tra le generazioni, ma a volte manca loro un tempo e uno spazio dedicato, con un interlocutore alla pari o un adulto di fiducia.

La ricerca

Il presente contributo si inserisce in un progetto di ricerca che si focalizza sui Gruppi di Parola per figli di genitori separati ed ha l’obiettivo di coglierne le peculiarità a livello del contenuto, mediante l’analisi di alcuni elementi processuali del gruppo, i quali dipendono sia dalle dinamiche relazionali che si instaurano nella dimensione gruppale, che dal percorso peculiare di ogni singolo bambino.

Oggetto di analisi è stato un Gruppo di Parola composto da quattro bambini, che si è tenuto nel corso del 2010 presso il Servizio di psicologia clinica per la coppia e la famiglia dell’Università Cattolica di Milano.

I bambini hanno un’età compresa tra 8 e 11 anni e il gruppo è omogeneo al livello di genere, essendo caratterizzato da una presenza tutta maschile.

All’interno della dinamica processuale degli incontri, è stato ritenuto opportuno considerare tre attività particolarmente significative, poiché situate in momenti cruciali del percorso:

  • il Cartellone delle due case (I incontro),
  • il Collage sul conflitto (II incontro)
  • 
la scrittura della Letterona ai genitori (III incontro).



Attraverso l’osservazione delle videoregistrazioni dei quattro incontri, è stata costruita una griglia di codifica ad hoc, illustrata di seguito.



  • Prima parte relativa ai dati strutturali e di indicatori relativi al setting in cui si svolge il gruppo (numero di bambini presenti durante gli incontri; posizione del gruppo nello spazio durante l’attività).

  • Indicatore relativo alle persone che vengono nominate durante l’attività in modo spontaneo.
- 
  • Indicatore riguardante i processi comunicativi (frequenza dei turni di parola di ogni soggetto). 
- 
  • Indicatore atto a distinguere tra loro alcune tipologie di affermazioni dei partecipanti, classificandole in:
  • condivisione di strategie di coping alla situazione: (i bambini si confrontano sulle modalità . per far fronte all’evento critico);
  • avverbi di negazione;
  • avverbi di certezza;
  • domande o richieste;
  • risposte evasive;
  • richiesta di precisazioni su come svolgere l’attività;
  • affermazioni sulla propria situazione o sulla separazione in generale;
  • affermazioni relative all’hic et nunc dell’attività;
  • affermazioni generiche che esulano dal contesto.
  • Indicatore relativo alla tipologia di domande poste (domande di chiarimento sulla separazione; domande che si riferiscono all’attività di gruppo)
  • Indicatore legato ai temi emersi, durante le attività, rispetto alla separazione: affidamento dei figli; antipatia verso i compagni dei genitori; distanza da un genitore; visite al genitore non collocatario; litigi con i figli dei compagni; conflitto dei genitori; conflitto nei giochi elettronici; altri argomenti come giochi, programmi televisivi, sport, scuola o battute umoristiche.



Per quanto riguarda la percezione del conflitto genitoriale, sono state considerate tre componenti fondamentali che possono influenzare l’elaborazione della realtà.

La componente emozionale, che dipende dal significato situazionale e soggettivo attribuito all’evento, comprende le emozioni sperimentate dai bambini durante i momenti conflittuali tra i genitori come rabbia, vergogna, paura del conflitto, senso di colpa per la separazione, etc…

La componente cognitiva, che fa riferimento alla modalità con cui i bambini elaborano l’esperienza del conflitto genitoriale, ad esempio provano un senso di impotenza e di impossibilità a modificare la realtà.

La dimensione comportamentale, che riguarda le azioni messe in atto per far fronte all’evento, ad esempio nascondersi e osservare ciò che accade tra mamma e papà.

  • Indicatore riguardante le richieste e le aspettative dei bambini che emergono durante la Letterona, come modalità per non far tacere i loro bisogni e la loro sofferenza.

Considerazioni

Come sostiene Miglietta (2000) "la processualità nel gruppo risente molto delle trasformazioni dei singoli soggetti", per questo motivo è fondamentale considerare le trasformazioni avvenute nei singoli soggetti, oltre che le dinamiche interattive tra i membri. In particolare, di seguito sarà illustrata la sintesi del caso di uno dei bambini che ha partecipato al Gruppo di Parola, sulla base degli indicatori precedentemente descritti.

Durante il Cartellone delle due case i temi emersi riguardano soprattutto l’affidamento dei figli; ad esempio Giorgio spiega come avviene la decisione dei genitori di separarsi e cosa accade davanti al giudice. Inoltre, racconta della difficoltà di vedere il padre per la lontananza e a causa del rapporto conflittuale con i figli della sua nuova compagna.

Durante il Collage, esprime le emozioni attraverso l’uso di immagini come strumento espressivo, le quali raffigurano rabbia e aggressività. Fa riferimento anche ai conflitti virtuali per rappresentarsi un’immagine più chiara e definita di conflitto e per proiettare i vissuti del proprio mondo interno.

Durante la scrittura della Letterona vorrebbe che i genitori urlassero di meno e vorrebbe ricevere più attenzioni. Inoltre, Giorgio esprime una precisa richiesta di informazioni che vorrebbe comunicare ai genitori: "perché vi siete separati?", riflettendo il bisogno di avere delle risposte rispetto a ciò che sta cambiando.

Sulla base dell’analisi svolta è possibile affermare che, attraverso la condivisione delle reciproche esperienze in un contesto di gruppo, i bambini si sono sentiti emotivamente più sollevati. Le attività si sono connotate come dei momenti trasformativi, carichi di significati simbolici, in cui sono emerse le rappresentazioni della situazione familiare.

In conclusione, come afferma Dolto (1991), "il bambino percepisce benissimo la verità in chi è "vivo", in chi cerca di divorziare, e anche in chi "zoppica" […]"; vale a dire bisogna saper cogliere i segnali dei figli in una difficile transizione come il divorzio e sapersi sintonizzare con i loro bisogni, dare uno spazio di parola alla loro sofferenza e non lasciarli in una condizione silente.
Il senso dei Gruppi di Parola è proprio racchiuso in queste parole: dare senso, in uno spazio ed un tempo consono, a ciò che con difficoltà verrebbe condiviso all’interno del contesto familiare.

Bibliografia sintetica

Camara K. A., & Resnick G. (1988). Interparental conflict and cooperation: Factors moderating children’s post-divorce adjustment. In Hetherington E., M. & Aratesh J. (Eds.), Impact of divorce, singleparenting, and stepparenting on children, 169-195, Hillsdale, NJ: Erlbaum.



Dolto F. (1988). Le parole dei bambini e l’adulto sordo, Mondadori, Milano.


Dolto F. (1991). Quando i genitori si separano, Mondadori, Milano.
Marzotto C. (2000). Il lavoro di gruppo con bambini appartenenti a famiglie divise. "Politiche sociali e servizi", 2, 387-403.


Marzotto C., Telleschi R. T. (a cura di) (1999). Comporre il conflitto genitoriale. La mediazione familiare: metodo e strumenti, Unicopli, Milano.


Miglietta D. (2000). Gruppi in età evolutiva, UTET, Torino.


Simon M. (2007). La place et la parole de l’enfant dans les transitions familiales. Doctorat "Psychologie Clinique et psychopathologique", Ecole doctorale "Sciences de l’homme, du politique et du territoire" – Laboratoire Interdisciplinaire de Psychologie, UPMF Grenoble II, France.

I figli di famiglie separate: i Gruppi di Parola. I figli di famiglie separate nei Gruppi di Parola: analisi dei contenuti e delle dinamiche di gruppo. Tesi in breve di Alessandra Cornale

qui l’articolo originale

Tags:
divorzio
Top 10
See More