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Medici con l’Africa (cover of the book) – it

Feltrinelli

Chiara Santomiero - Aleteia - pubblicato il 07/05/14

Esce in libreria “Medici con l’Africa” il film documentario di Carlo Mazzacurati insieme a un libro che racconta l’attività del Cuamm

La prima organizzazione non governativa italiana per la tutela della salute delle popolazioni africane – Medici per l’Africa Cuamm – vista attraverso la lente di un regista ironico e attento (e purtroppo prematuramente scomparso) Carlo Mazzacurati, insieme ai racconti di Niccolò Ammaniti, Ilvo Diamanti, Niccolò Fabi, Marina Mazzacurati, Marco Paolini, Claudio Piersanti e Paolo Rumiz: il cofanetto con libro e dvd (Feltrinelli) è dal 7 maggio disponibile in libreria. Aleteia ne ha parlato con Anna Talami, responsabile per la comunicazione dell’associazione.

Come è nato il progetto?

Talami: Abbiamo chiesto all’amico e regista Carlo Mazzacurati di realizzare qualcosa in occasione dei 60 anni di attività dell’associazione e strada facendo è maturata l’idea di dare voce a una porzione del grande popolo del Cuamm , colto come in un fermo immagine in Mozambico nella primavera del 2011. A questo si aggiungono flash di incontri con altri medici e operatori che hanno scelto di spendere il proprio servizio in Africa e contribuiscono a narrare una grande realtà che ha contato 1500 operatori nell’arco di 60 anni. Il film è stato presentato al Festival del cinema di Venezia nel 2012. Con l’uscita del dvd, abbiamo voluto accompagnare lo sguardo di Mazzacurati sul Cuamm con quello gettato su di noi da altri amici attraverso la scrittura.

Come si può spiegare il Cuamm in poche parole?

Talami: Il Cuamm è la più antica organizzazione sanitaria italiana, nata nel 1950 con la precisa scelta della cooperazione. Noi non siamo medici per l’emergenza, quelli cioè che intervengono in caso di terremoti o altre calamità naturali, ma medici “con”. Il nostro campo è l’intervento in una logica di sviluppo, per rafforzare i sistemi sanitari esistenti. Oggi siamo presenti in 7 Paesi e 15 ospedali con 100 operatori tra medici, infermieri, tecnici. Dato il nostro background ecclesiale, all’inizio della nostra esperienza abbiamo lavorato negli ospedali dei missionari ma poi ci siamo spostati anche nel servizio pubblico favorendo il collegamento tra le due realtà, per evitare il crearsi di sistemi paralleli. Un esempio di questa modalità di interazione può essere considerata Beira, la seconda città del Mozambico, dove siamo presenti nell’ospedale centrale che è governativo e facciamo formazione presso l’Università cattolica della Conferenza episcopale del Paese. L’obiettivo è fornire un servizio sanitario di qualità accettabile anche in contesti con poche risorse e accessibile anche ai poveri, non una sanità a pagamento ma una sanità di base per tutti.   

Cosa emerge in particolare dal documentario?

Talami: Proprio il carattere della cooperazione. Mazzucurati ha colto la specificità del Cuamm di stare nei contesti con una logica di lungo periodo che non sostituisce, ma favorisce l’empowerment e facilita i processi di cambiamento. Per questo siamo tanto attivi nella dimensione clinica quanto nella formazione. Nel documentario è evidente l’investimento che il Cuamm fa con gli studenti di medicina dell’Università cattolica di Beira in Mozambico – sostenendoli con delle borse di studio – perché diventino medici per la propria gente. Ciò che viene fuori è il racconto di storie alla pari: medici, insegnanti e studenti accomunati dalla stessa umanità.

E’ questo il messaggio per lo spettatore/lettore?

Talami: Il lavoro è dedicato, con una frase di Mazzacurati che purtroppo non c’è più, a quanti si spendono con passione affinché gli ultimi non restino sempre ultimi. Lui voleva, attraverso uno sguardo ironico, raccontare storie di uomini, né bianchi né neri, né europei né africani, né del nord né del sud del mondo. Storie di “questo” mondo e di uomini e donne che accettano delle sfide. Non eroi, ma esseri umani insieme ad altri esseri umani. Perché, come afferma Ilvo Diamanti, “fare bene, fa stare bene” e senza gli altri, senza la relazione, siamo tutti più poveri. “Medici per l’Africa” è allora una storia di storie dentro la quale   possono collocare la propria storia anche tutti coloro che guarderanno il dvd e leggeranno il libro.

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cooperazione internazionale
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