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​L’effetto “Papa Francesco” in libreria

salone del libro di Torino – it

Luca Boldrini / Flickr / CC

Chiara Santomiero - Aleteia - pubblicato il 05/05/14

Alla vigilia del Salone del libro di Torino - ospite d’onore la Santa Sede - si contano i buoni risultati dell’editoria religiosa, grazie anche alle numerose pubblicazioni su Bergoglio

Duecentoquarantatre in poco più di un anno: sono i libri che riguardano Bergoglio, un “miracolo” in tempi di “carestia editoriale”, come sottolinea Repubblica.it (3 maggio) in un articolo in cui esamina la buona condizione dell’editoria religiosa grazie al risvegliarsi di un interesse che ha senz’altro tra i motivi di attrazione anche il grande carisma di Papa Francesco e gli eventi straordinari legati alle dimissioni di Benedetto XVI e alla sua successiva elezione.

La religione messa in pagina è “trendy” segnalava già l’Osservatorio sull’editoria libraria religiosa in Italia in seguito ai risultati di un’indagine commissionata dall’Uelci (Unione editori e librai cattolici italiani): dal 2000 al 2010 (anno della rilevazione) i lettori di testi religiosi sono in crescita costante, del 2% annuo in media fino al 2007 e addirittura del 6,1% in poi. Un mercato capace di attirare massicciamente gli editori “laici” a cui fanno capo il 18% dei titoli pubblicati in materia nel nostro Paese e il 39% della saggistica religiosa culturalmente più impegnata, non senza conseguenze per l’editoria cattolica (Avvenire 4 dicembre 2011).

Il dato positivo è stato confermato dal direttore della Lev (Libreria editrice vaticana), don Giuseppe Costa, in un’intervista a Radio vaticana (20 ottobre 2013) dopo l’edizione dello scorso ottobre della Fiera del libro di Francoforte nella quale la Lev aveva un suo stand: “L’editoria cattolica gode buona salute in questo momento, anche se l’editoria in genere e in particolare l’editoria italiana abbiamo visto che ha avuto un calo del 7% quella italiana e del 14% quella complessiva mondiale. L’editoria religiosa segna, invece, un incremento del 4% e questo grazie al nuovo slancio dato da Papa Francesco, alla riscoperta di Giovanni Paolo II in vista della canonizzazione e alla tenuta, in parte, di Benedetto XVI con tutti i suoi scritti”.

Al salone del libro di Torino che si apre l’8 maggio prossimo, la Santa Sede è l’ospite d’onore e al centro dell’esposizione sarà collocato un cupolone di libri alto 10 metri che richiama S. Pietro e il suo colonnato. Il presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, cardinale Gianfranco Ravasi, il 7 maggio terrà la prolusione introduttiva all’auditorium del Lingotto con l’intervento musicale del Coro della Cappella Sistina mentre il cardinale segretario di Stato Vaticano, Pietro Parolin, interverrà nel pomeriggio di sabato 10 maggio per presentare un nuovo libro dedicato, appunto, a Papa Francesco. 

“Per noi è una grandissima occasione per farci conoscere da un pubblico non specializzato” rileva don Giuseppe Costa che sottolinea pure come negli ultimi decenni “sono crollati gli steccati che ci impedivano di stare in una libreria Feltrinelli. Per un lungo periodo le nostre edizioni sono state guardate con diffidenza e relegate nelle librerie specializzate” (Repubblica.it 3 maggio).

La Lev è l’editore italiano che vende di più all’estero, fatturando ogni anno intorno ai venti milioni di euro. Il copyright di papa Francesco, di cui l’editrice vaticana è proprietaria, ha prodotto un incremento di un milione e mezzo di euro nel bilancio annuale. La sua enciclica Lumen fidei ha venduto oltre due milioni di copie nel mondo. E ciascun titolo del pontefice in edizione Lev raggiunge il traguardo di mezzo milione di copie, una tiratura di trentamila/ quarantamila moltiplicata per una dozzina di paesi stranieri. Per quanto riguarda il copyright, spiega don Costa “ai piccoli marchi chiediamo percentuali minime, mentre con gruppi come Random House, Rcs o Sterling Publishers arriviamo all’8 per cento”. I diritti di Jorge Mario Bergoglio prima di diventare pontefice sono invece rimasti agli editori argentini; i ricavi da pontefice finiscono alla Lev che poi li consegna alla segreteria di Stato, mentre quelli di papa Ratzinger vengono affidati alla fondazione omonima che sovvenziona gli studi in teologia (Repubblica.it 3 maggio).

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