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Donano 100 mila euro e salvano dall’aborto 30 neonati

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© Quinn Dombrowski

Aleteia - pubblicato il 02/05/14

La storia della donna che ha deciso nel suo testamento di donare i soldi per aiutare il Centro di aiuto alla vita Mangiagalli

Trenta bambini nasceranno grazie alla generosità di una madre e di suo figlio, che hanno deciso di donare 100 mila euro a fine febbraio al Centro di aiuto alla vita Mangiagalli (CAV) di Milano.

Na parla la direttrice Paola Bonzi a Tempi.it il 30 aprile, raccontando la storia della donna che ha deciso nel suo testamento di donare i suoi soldi in beneficenza. Il figlio, invece di protestare e rivendicare in qualche modo la sua eredità, li ha offerti subito al Centro di aiuto alla vita.

Testamento al CAV
Una storia di quelle che non si leggono spesso e che per Paola Bonzi ha una sola spiegazione: «Evidentemente c’è ancora qualcuno che giudica importante che i bambini nascano invece che essere abortiti», dichiara sempre a Tempi.it.
Tutto è cominciato quando l’anziana donna mantovana ha fatto testamento e ha deciso di lasciare 100 mila euro in beneficenza. Il figlio ha saputo da un sacerdote dell’esistenza del Cav Mangiagalli e ha deciso di incontrarne i responsabili.

30 vite venute al mondo
«Si è messo in contatto con noi poco prima di Natale», racconta Bonzi. «Io l’ho saputo alla vigilia di Natale. Ci siamo visti e quando questo signore, che vuole assolutamente restare anonimo, è venuto a conoscenza delle nostre difficoltà economiche, mi ha detto: “Perché dobbiamo aspettare la morte della mamma? Possiamo disinvestire dei soldi e farvi avere subito i 100 mila euro”. Li abbiamo ricevuti a fine febbraio e con il fondo Nasko bloccato e che fa acqua da tutte le parti abbiamo usato questi soldi per aiutare 30 donne e far nascere 30 bambini. Trenta vite venute al mondo grazie a questa donazione».

Momento critico
La donazione inaspettata, che «ha fatto nascere tra noi, questo signore e la madre una bella amicizia», è arrivata dunque in un momento critico: «Oggi è una tragedia e per questo siamo ancora più grati a queste persone. Ho appena finito un colloquio con una donna: si è già prenotata per abortire perché il padre non ne vuole sapere, lei ha già un altro bambino e da sola non ce la fa. Io le ho offerto il nostro aiuto, che significa un progetto da quattromila euro. Speriamo che così non abortisca»

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