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Il “tempo favorevole” dell’Azione cattolica italiana

L’ Azione Cattolica all’udienza generale con Papa Francesco 1

© Azione Cattolica

Chiara Santomiero - Aleteia - pubblicato il 29/04/14

A Roma gli 800 delegati da tutte le diocesi italiane per l'assemblea nazionale. Il 3 maggio l'incontro di Papa Francesco con 7 mila presidenti parrocchiali

Ottocento delegati, 250 uditori, 80 ospiti provenienti da diversi Paesi del mondo: sono alcuni dei numeri della XV Assemblea nazionale dell’Azione cattolica italiana che si aprirà il 30 aprile a Roma sul tema “Persone nuove in Cristo Gesù. Corresponsabili della gioia di vivere”. In conclusione, il 3 maggio, l’incontro con Papa Francesco al quale parteciperanno oltre 7 mila presidenti parrocchiali e assistenti di Azione cattolica provenienti da tutta Italia. L’assemblea, come accade con scadenza triennale, è convocata per l’elezione del nuovo Consiglio nazionale a conclusione di un percorso di rinnovo degli incarichi elettivi che ha coinvolto prima i livelli parrocchiali, diocesani e regionali dell’associazione. Con questa assemblea termina il suo mandato da presidente nazionale Franco Miano che ha guidato l’Azione cattolica dal 2009 e che racconta ad Aleteia realtà e progetti dell’associazione.

Nella bozza di Documento finale che verrà discussa in assemblea c’è l’invito a considerare questo tempo come "tempo favorevole" da vivere nella gioia: non è un po’ azzardato in anni di crisi?

Miano: L’insistenza sul "tempo favorevole" ha una valenza spirituale e culturale insieme. Come credenti dobbiamo ritenere ogni tempo favorevole e propizio perchè c’è la presenza del Signore e la possibilità per fare il bene. Ma anche una attenta lettura di ordine culturale spiega che in un tempo di crisi, di cambiamenti, di frammentazione, c’è uno spazio nuovo di ricerca che porta a nuove sintesi, per nuove acquisizioni e passi in avanti. Lo vediamo, ad esempio, nelle tante forme di economia solidale moltiplicate per far fronte alle minori risorse a disposizione delle famiglie, come il microcredito, i gruppi di acquisto, la banca del tempo. E’ soprattutto in tempi di crisi, economica ma anche etica e culturale, che scaturisce l’occasione per una testimonianza cristiana più solida, più forte, più significativa per recuperare o far crescere valori come la sobrietà, la responsabilità, la fraternità.

Cioè quelli a cui richiama Papa Francesco…

Miano: Papa Francesco è uno dei segni più belli di questo “tempo favorevole”, una autentica sorpresa dello Spirito e un grande dono per credenti e non credenti. Il papa “venuto dalla fine del mondo” ci mostra il Concilio Vaticano II all’opera, cioè che è possibile vivere con semplicità la propria fede e, pur mantenendo forte la propria identità, entrare in dialogo con tutti, tenendo sempre in primo piano l’attenzione prioritaria per i poveri. Il Concilio invita i cristiani alla lettura dei segni dei tempi e Papa Francesco ci dice che questo è il tempo dei segni: il cristiano non pianta bandiere, ma pone segni. E’ questo il senso di aver scelto come prime tappe del suo itinerario Lampedusa o Assisi: le migrazioni e la pace sono due grandi segni del nostro tempo che richiedono tutta la nostra attenzione.

A proposito di Concilio, l’Ac ripete spesso che questo è la “bussola” per il suo cammino: dove l’ha portata questa bussola dopo 50 anni?

Miano: In questi anni l’Azione cattolica, anche grazie al Concilio, ha ripensato se stessa, non senza difficoltà perchè ogni autentico ripensamento non è mai indolore: è qualcosa che provoca e mette in discussione. Così è tornata a quel nucleo fondamentale della sua identità che è la "scelta religiosa", cioè il primato dello spirituale e della fede da cui scaturisce una testimonianza cristiana nella storia che sappia distinguersi per la coerenza tra la fede e la vita. Questo processo non è stato sempre compreso con facilità, forse era troppo presto. Eppure ora ne vediamo i frutti. I cinquant’anni che ci separano dal Concilio consentono oggi di comprendere meglio la portata della scelta profetica operata dall’allora presidente dell’Ac, Vittorio Bachelet, e dall’assistente generale, mons. Franco Costa: proprio papa Francesco dimostra che questa scelta è feconda di vita perché indica come la testimonianza della fede, nella semplicità e nella ferialità della vita dei laici, è una leva per cambiare la storia.

C’è quindi un tempo “più” favorevole per l’Ac?

Miano: Di certo oggi vediamo i frutti di quel lavoro: corresponsabilità dei laici nella Chiesa, costanza nella formazione, il carattere unitario e intergenerazionale della proposta associativa per ragazzi, giovani e adulti, stile familiare nelle relazioni, parità di uomini e donne nell’assunzione di responsabilità, democrazia elettiva delle nostre assemblee a tutti i livelli. Tutti questi caratteri rappresentano oggi un grande valore per la Chiesa ma anche per la società e richiedono un supplemento di responsabilità per rilanciare la nostra proposta perchè un punto d’arrivo deve segnare sempre un nuovo inizio e una nuova di partenza. La sfida è quella di cogliere il percorso post-conciliare per rilanciarlo in una fase nuova di attuazione dei suoi contenuti in un tempo – l’inizio del terzo millennio – profondamente cambiato rispetto a cinquanta anni fa.

Spesso si confronta l’Ac con i grandi numeri che la contraddistinguevano nella Chiesa preconciliare: quale è oggi la realtà dell’associazione?

Miano: In quasi 150 anni di storia l’Ac ha saputo mantenere la fedeltà a un unico ideale pur adeguandolo ogni volta a misura di un tempo nuovo. Il confronto con i tempi passati serve a spingere e spronare, tenendo ben presente però la trasformazione radicale di cui parlavo e che ha interessato in profondità la vita della società e della Chiesa. Pensiamo solo alla pratica religiosa. Oggi ci sono in Italia più di 300 mila aderenti, distribuiti equamente tra ragazzi, giovani e adulti, con una presenza, quindi, pienamente rappresentativa della nostra società, ramificata in tutto il territorio nazionale, in tutte le diocesi italiane e in oltre 6 mila parrocchie. Il dato interessante è che viene stimato in cifre notevoli anche il numero dei “simpatizzanti” cioè di coloro che, pur partecipando alle attività dell’associazione in modo costante, non aderiscono in modo esplicito. In un tempo di appartenenze più deboli, questo dato testimonia il carattere di attrazione dell’associazione. Va sottolineata la presenza di tante giovani famiglie esemplari dal punto di vista della fede e di un grande numero di educatori e animatori che si occupano non solo della crescita dei ragazzi e dei giovani, anche della formazione permanente di adulti e anziani. Ogni giorno, sul territorio, sono tante le esperienze significative sia sul versante culturale che su quello della carità.

Testimonianza nella storia è presenza nella città, cioè nella società, come sottolinea il documento assembleare, e anche maggiore attenzione al politico: quale impegno in questo campo?

Miano: L’Evangelii Gaudium di Papa Francesco ricorda che l’evangelizzazione ha un’intrinseca dimensione sociale che è anche culturale e politica. La costante tensione a tradurre la fede in vita fa parte del cammino dell’Ac, a cui è chiesto di muoversi lungo un doppio livello: da un lato far crescere l’essere cittadini, un campo dove l’Azione Cattolica spende molto in formazione, progetti, iniziative. Poi c’è il sostegno più specifico in termini spirituali e culturali alle persone che avvertono una peculiare vocazione all’impegno politico diretto, persone da sostenere e incoraggiare perchè anche di questa specifica testimonianza abbiamo bisogno per la c
rescita del bene comune.

Un augurio per il prossimo o la prossima presidente?

Miano: I sei anni che ho vissuto da presidente sono stati molto intensi, belli e significativi. Sono anni in cui ho potuto vedere un’associazione viva al servizio della Chiesa e del Paese. Auguro a chi verrà dopo di me di poter continuare a contribuire alla crescita di una associazione immersa nelle questioni del nostro Paese, sempre più vicina alle persone. Credo debba essere questo il carattere che contraddistingue ogni laico credente che ha fatto la singolare scelta di vita e di servizio che è l’Azione Cattolica.

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