Morandini: Credo che la questione sia dover capire che cosa intendiamo quando diciamo che Dio crea una realtà. Noi probabilmente abbiamo ancora in mente quest’immagine un po’ ingenua di una creazione che davvero è avvenuta in sette giorni, nella quale per ogni evento c’è un momento identificabile in modo preciso. Ma io credo che la riflessione di autori come Teilhard de Chardin o altri ci hanno fatto capire che Dio crea proprio utilizzando quelle dinamiche che noi sperimentiamo come dinamiche evolutive. Quando noi diciamo che Dio crea il reale diciamo che sostiene percorsi fatti di necessità e di contingenza nelle quali tale ente viene ad essere. Certo naturalmente Dio quando agisce, interviene, opera non dobbiamo pensare che lo faccia interrompendo delle dinamiche con le quali non avrebbe niente a che fare.
Allora lo scioglimento dei nodi passa per una continua apertura a rileggere le Scritture?
Morandini: Su questo non c’è dubbio. Come non c’è dubbio sul fatto che c’è la necessità di prendere in mano sempre di nuovo quelle prospettive che il Concilio Vaticano II ha per esempio assunto come normative per i cattolici ma che in alcune frange del mondo cattolico e in alcuni gruppi cosiddetti evangelicali del mondo protestante faticano invece ad essere prese sul serio. Rileggere i testi, dunque, non per modificarne il senso, ma per comprenderne quello che il vero, autentico senso.
Quali sono i terreni dove teologia e scienza vanno d’accordo e dove sono in conflitto?
Morandini: Il tema ambientale è un’area nella quale l’interazione tra scienza e fede è positiva. Più delicati sono quei temi in cui si parla di inizio e fine della vita. L’impressione però anche lì è che la contrapposizione non sia tanto col discorso scientifico in quanto tale, ma con le posizioni di singoli, che usano in forme diverse il discorso scientifico per sostenere tesi diverse, sia tra gli scienziati che tra i teologi. Quindi io realmente di campi nei quali si possa individuare una tensione tra scienza e fede ne vedo pochini. Già San Tommaso del resto diceva che ciò che la ragione scopre in modo solido e corroborato mai la riflessione teologica solida potrà contraddire.