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P. Lombardi: “Negare santità di Roncalli e Wojtyla significherebbe…”

El padre Lombardi tras la sentencia a Paolo Gabriele – it

ALBERTO PIZZOLI

Aleteia - pubblicato il 23/04/14

Cronaca dalla Sala Stampa della Santa Sede alla vigilia delle canonizzazioni di domenica 27

Quando padre Lombardi viene alla Stampa Estera, è sempre una festa, dato che i giornalisti colà accreditati generalmente  non lesinano domande di ogni genere sull’argomento in discussione (vedi articolo “Stampa estera: padre Lombardi su papa Francesco” del 25 aprile 2013 in questo stesso sito, rubrica “papa Francesco”). E il direttore della Sala Stampa vaticana cerca sempre di rispondere con onestà, amabilità, nei limiti di ciò che sa, condendo spesso il tutto con un pizzico di humour che non guasta mai.

Anche stavolta, parlando della prossima canonizzazione di Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II, ha dato risposte che hanno lumeggiato meglio l’avvenimento. Sostanzialmente quando ha evidenziato come la canonizzazione avvenga “anche perché ci troviamo nel cinquantesimo del Concilio Vaticano II” e dunque ha una ragione precisa l’universalizzazione del culto verso papa Roncalli che il Concilio ha avviato e papa Wojtyla che al Concilio ha partecipato, cercando poi come Papa di ispirarsi ad esso e di applicarlo nella Chiesa. Insomma “bisogna riportare all’ispirazione conciliare la Chiesa che continua il suo cammino”, essendoci “un’intenzione di rilanciare il Concilio come elemento fondamentale della vita della Chiesa”.

Esordendo, padre Lombardi ha evocato le tappe consuete dei processi di canonizzazione: nel nostro caso è vero che – su legittima decisione di papa Francesco, così richiesto dalla Postulazione e dalla diocesi di Bergamo – è stato risparmiato a Giovanni XXIII il secondo miracolo (necessario normalmente per passare dalla beatificazione alla canonizzazione). Ed è anche vero che – su legittima decisione di Benedetto XVI – sono stati risparmiati a Giovanni Paolo II i cinque anni necessari dopo la morte per avviare il processo e inoltre al papa polacco è stata riservata poi una ‘corsia preferenziale’. Però – ha rilevato padre Lombardi – “l’indagine è stata fatta in modo accurato e approfondito: sono solo i tempi che si sono ridotti”. Quando una persona, Papi compresi, viene dichiarata santa, non è che si intenda con questo sostenere che abbia vissuto una vita perfetta: ha sottolineato il portavoce vaticano che tale persona ha vissuto in modo straordinario (cioè molto più dell’ordinario) le virtù cristiane. Ma, ad esempio, in un Pontificato lungo come quello di papa Wojtyla, è evidente che ci potranno essere stati anche momenti su cui la valutazione può essere differenziata. Del resto sulla stessa canonizzazione dei Papi le opinioni sono diverse: c’è chi non le ritiene opportune (“una volta Andreotti mi ha detto la stessa cosa”). Non necessariamente del resto un grande Papa diventa santo per la Chiesa: sono lì a testimoniarlo esempi come quelli di Benedetto XV e Pio XI  (“Si vede che quest’ultimo non ha ispirato tante devozioni come Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II”).

Ma – abbiamo chiesto – un cattolico, tale restando, può negare la santità di Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II? “Per negare la santità, si dovrebbe ritenere che sono all’Inferno”. E questo sembra veramente difficile, considerate anche le indagini accuratissime della Chiesa. E un cattolico – insistiamo – può essere scettico sulla santità dei due Papi? “La Chiesa ha tanti santi… a qualcuno può piacere particolarmente san Francesco, ad altri no… è la bellezza della varietà delle vie per raggiungere la salvezza…. Ognuno può avere simpatia per un santo in particolare, che offre una sua via, diversa da quella offerta dall’altro… Nessuno obbliga il cattolico a dire che gli devono piacere tutti i santi in maniera indifferenziata… sono tante le vie della salvezza”!

Su Giovanni Paolo II poi, rispondendo a una domanda sulla sua ‘mediatizzazione’, padre Lombardi ha rilevato che un Papa deve comunicare per forza, deve annunciare il Vangelo: “Papa Wojtyla diceva le cose che voleva dire, onestamente, con coraggio, non perché dovesse piacere ai media!”

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