Quando il cristianesimo arrivò nel nord dell’Europa, alcune tradizioni continuarono ad esistere, ma il senso cambiò
Cos’ha a che vedere l’uovo di Pasqua con il coniglio? Il coniglio fa l’uovo? In realtà, questo simbolo pasquale è legato a una leggenda della Pasqua tedesca (Ostern). La Germania, allora, era una terra dove il cristianesimo non aveva messo ancora piede, popolata da barbari pagani. Per questo, la popolazione rendeva culto a vari dei, e uno di questi era Eostre (dea della fertilità).
Racconta una leggenda tedesca che in un pomeriggio di primavera la dea trasformò l’uccello che si era posato sul suo braccio in un coniglio, perché i bambini potessero giocarci. La trasformazione non fu però gradita all’uccellino, e questi, diventato coniglio, si rattristò molto. I bambini chiesero quindi alla dea di trasformare nuovamente il coniglio in uccello. Nel frattempo, però, era giunto l’inverno, ed Eostre non aveva più la forza per riuscirci.
Quando tornò la primavera, la dea della fertilità riprese le forze e poté trasformare il coniglio. Quando questi assunse di nuovo la forma di un uccello, depose le uova e le diede alla dea in segno di gratitudine, e ai bambini diede delle uova dipinte. Questa usanza dura ancora oggi in Germania e nel sud del Brasile. Quando arriva la Pasqua, si offrono uova dipinte ripiene di noccioline dolci ai bambini, e uova di cioccolata – un’invenzione francese che ha avuto origine molti anni dopo.
Quando il cristianesimo arrivò nel nord dell’Europa, alcune tradizioni rimasero, ma il senso mutò. È a primavera che Dio dimostra la sua forza di cambiare le cose. Ed è attraverso la nostra vita, trasformata da Gesù, che dobbiamo amare Dio e quanti vivono con noi – attraverso le “uova”, ovvero ciò che siamo e che abbiamo.