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Alleanza tra cattolici e ortodossi di fronte al relativismo morale

Part 2 of Catholic – Orthodox article – it

CC Thomas Berg

Alfa y Omega - pubblicato il 16/04/14

Il metropolita Hilarion rivolge un appello all'unità

“Oggi cattolici e ortodossi sono alleati”, ci troviamo di fronte a una stessa sfida missionaria e affrontiamo “minacce comuni”. “Non dobbiamo danneggiarci a vicenda, ma sostenerci. Per questo, il patriarca Kirill dà grande importanza ai contatti con i cattolici”, ha detto il metropolita Hilarion di Volokolasmk, presidente del Dipartimento per le Relazioni Esterne del Patriarcato di Mosca, che ha presentato lunedì due libri pubblicati dalla casa editrice Nuevo Inicio, dell’arcivescovado di Granada (Spagna).

Uno dei testi è Libertad y responsabilidad: a la búsqueda de la armonía. Derechos humanos y dignidad de la persona (Libertà e responsabilità: alla ricerca dell’armonia. Diritti umani e dignità della persona), del patriarca Kirill, con prologo di monsignor Juan Antonio Martínez Camino. Il vescovo ausiliare di Madrid lo ritiene un grande apporto al dialogo del cristianesimo con il mondo laico, che offre un’argomentazione “non lontana da quella che abbiamo sentito da un filosofo come Jürgen Habermas, che non si può sospettare che nutra presunti pregiudizi religiosi”.

La domanda di base che emerge, secondo Hilarion, si riferisce al “rapporto tra libertà e responsabilità individuale”, alla responsabilità per le nostre azioni “davanti al Signore, davanti alla società e davanti a se stessi”, in un momento in cui molti insistono sul fatto che sono le persone che determinano soggettivamente i propri criteri morali. Ciò fa sì che l’essere umano diventi un “portatore di valori falsi”, il che finisce per produrre “una crisi nella società”. Negli ultimi anni, ha segnalato, in Occidente si è verificata una grave “crisi morale” nella società, per il crollo delle sue basi morali tradizionali.

Il metropolita ha alluso al fatto che la Spagna è il terzo Paese del mondo ad aver equiparato al matrimonio le unioni di persone dello stesso sesso, e – pur esprimendo chiaramente l’opposizione della Chiesa ortodossa alla discriminazione delle persone per qualsiasi motivo, incluso l’orientamento sessuale – ha valorizzato la difesa del matrimonio compiuta in Spagna da parte di importanti settori della società civile vicini alla Chiesa.

La ridefinizione legale del matrimonio è un esempio di queste minacce comuni provocate dal relativismo morale, che secondo Hilarion finiscono per convalidare “fatti inaccettabili come l’aborto, la prostituzione, le unioni dello stesso sesso, l’eutanasia…”.

“L’autore”, spiega nel prologo monsignor Martínez Camino, “leva la propria voce di fronte a una determinata ideologia che si è appropriata dei diritti umani ma che, in realtà, mette in pericolo la dignità e la libertà delle persone. Si tratta dello stesso antropocentrismo che era alla base dei totalitarismi del XX secolo. Un’ideologia contraria al sentire maggioritario dei popoli dell’Europa e del mondo”, che finisce per eliminare le basi di questi diritti e per aprire la strada a che siano “calpestati in modo flagrante e massiccio com’è avvenuto nella Russia e nell’Europa del secolo scorso”.

Lo Stato, ribadisce l’autore, “non sanzionerà una determinata confessione religiosa (sarà aconfessionale), né penalizzerà, ad esempio, l’infedeltà degli sposi o le relazioni tra persone dello stesso sesso, ma la distinzione tra vita personale e vita pubblica non autorizza a supporre – come fa il secolarismo antropocentrico dei nostri giorni – che il pubblico sia un luogo in cui si creano diritti e si impongono doveri basati esclusivamente su una capacità cittadina di decidere depurata di ogni riferimento religioso e morale. Per questa via, i diritti umani diventano una scusa per l’arbitrio. È necessario salvare i diritti umani dal sequestro dell’arbitrarietà antropocentrica, perché sono una conquista preziosa per salvaguardare la persona dagli abusi del potere. Come? Mediante la via del dialogo tra le istituzioni democratiche, incaricate di vegliare su questi diritti, e le istituzioni religiose, che mantengono la memoria della legge divina e della morale naturale”.

Monsignor Martínez Camino ha anche lamentato che in Spagna non ci sia stato un dibattito pubblico su questi temi, che interessano “questioni come la definizione giuridica del matrimonio, la difesa legale del diritto alla vita o la domanda su chi sia il soggetto primario del diritto all’educazione delle coscienze”. Il libro del patriarca Kirill, a suo giudizio, può contribuire ad aprire questo dibattito necessario.

Recuperare la “sacramentalità”

Il secondo libro presentato lunedì a Madrid è El misterio de la fe. Una introducción a la Teología ortodoxa (Il mistero della fede. Un’introduzione alla Teologia ortodossa), dello stesso metropolita Hilarion, che lo ha scritto vent’anni fa, inizialmente come appunti per i suoi allievi del Seminario di Mosca. Il prologo è dell’arcivescovo di Granada, monsignor Javier Martínez, presidente della Commissione Episcopale per le Relazioni Interconfessionali.

Anche attraverso questo libro, la Chiesa ortodossa russa può apportare molto “ai cattolici del Finisterre”, ha detto monsignor Martínez. In primo luogo, “la familiarità nel modo di trattare i Padri della Chiesa”, cosa che, ha lamentato, la Chiesa in Occidente ha perso. Bisognerebbe recuperare “una certa familiarità” con queste figure dei primi secoli del cristianesimo, da parte non solo degli studiosi, ma di tutti i credenti, “per alimentare la nostra fede”; è “qualcosa di cui abbiamo bisogno” e che aiuterebbe a orientare il dialogo con il mondo contemporaneo partendo dall’esempio che hanno dato in epoca ellenistica i grandi teologi cristiani, spiegando cosa sia la trinità o la comprensione dell’uomo.

Agli ortodossi russi si potrebbe ricorrere anche per recuperare “la concezione della Chiesa come corpo, la corporalità della Chiesa”, ha aggiunto l’arcivescovo di Granada, lamentando che la mentalità individualista sia calata a tal punto tra i cattolici occidentali che la loro idea di Chiesa assomiglia piuttosto a quella di un contratto sociale. Per questo, bisogna “recuperare il concetto di sacramentalità, fondamentale per il cristianesimo. L’essere umano è una realtà creata per accogliere il divino, partecipare alla vita divina. Qualsiasi altra cosa è riduttiva”, e l’antropocentrismo, alla fine, “porta alla morte dell’uomo”.

Devozione per Lorca

Dopo la presentazione, il metropolita Hilarion si è recato a Barcellona per presentare, il martedì nella basilica della Sagrada Familia, la sua composizione La Passione secondo San Matteo, interpretata dall’Orchestra Nazionale Russa e dal Coro Sinodale di Mosca. L’opera è già stata presentata a Roma nel 2007 di fronte a una nutrita rappresentanza della curia vaticana.

Il metropolita dà grande importanza al dialogo culturale tra russi e spagnoli, che condividono uno stesso “sentimento religioso profondo” e “una visione del mondo molto simile”. Come esempio, ha alluso a note opere di tematica spagnola di Čajkovskij o Rimski-Korsakov e all’influenza della musica russa in Manuel de Falla.

Il presule ortodosso ha anche ricordato la sua devozione per Federico García Lorca, il suo poeta preferito e “uno dei poeti più tradotti in Russia nell’epoca delle maggiori persecuzioni”. “Ho iniziato a conoscere la Spagna e la sua cultura attraverso di lui”, ha confessato.

[Traduzione a cura di Roberta Sciamplicotti]

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