Suor Silvana Lobo, delle Missionarie dell’Immacolata, opera da 25 anni in Papua Nuova Guinea, uno dei Paesi più poveri al mondo, segnato da fame e miseria, che detiene il più alto tasso (1,4%) di malati di Hiv tra tutti gli Stati del Pacifico.
La suora, originaria della diocesi di Mangalore, nell’India sud-occidentale, come si legge su “A Sua Immagine” (12 aprile), dopo aver lavorato per 15 anni nell’ospedale di Watuluna nell’isola di Goodenough, matura la scelta di combattere contro l’Aids e diventa coordinatrice dell’Ufficio diocesano per l’Hiv, avviando campagne a tappeto, con l’aiuto delle consorelle, per informare la popolazione locale dei rischi che si corrono contraendo il virus. In tutta la diocesi realizza, quindi, dieci centri per la diagnosi e la cura dell’Aids.
La Papua Nuova Guinea è in maggioranza formato da cristiani, anche se le sette sono in forte crescita e le credenze come spiritismo, magia e stregoneria sono molto diffuse. Non mancano guerre fra clan familiari, vendette e uccisioni secondo una mentalità tribale.
Eppure nonostante la miriade di difficoltà, la missione in Papua Nuova Guinea, spiega suor Silvana “è la realizzazione di un sogno. È una vita vissuta con fede e amore. Il posto è sperduto, la gente è semplice e in gran parte analfabeta, ma Dio è qui. C’è una grande soddisfazione per un missionario che è amato e benvoluto. Il popolo con il quale vivo da 25 anni è il mio popolo. Appartengo al loro clan e alla loro tribù. Ed è per tutto questo che sono estremamente felice”.