L’Islam opprime le minoranze nella regione del Punjab e costringe giovani ragazze alla conversione e ai matrimoni
Ogni anno in Pakistan un migliaio di donne vengono rapite dalle loro famiglie e convertite a forza all’Islam per poi sposare un musulmano. Di queste 700 donne sono cristiane e 300 indù. Queste cifre sono necessariamente sottostimate poiché le ragazze – di età tra i 15 e i 25 anni – sono costrette dalla violenza e dagli abusi a mentire e le famiglie raramente sanno che fine fanno le proprie figlie. Tutto questo accade principalmente nella regione del Punjab, dove i movimenti radicali islamici sono più forti. I dati sono stati diffusi in un nuovo rapporto dal Movimento per la solidarietà e la pace del Pakistan e ripresi dal Pakistan Today. Lo riporta il settimanale online Tempi.
La storia di Nadia Naira, cristiana di Sheikhupura (Punjab) rapita all’età di 15 anni l’11 febbraio 2001, e poi fatta sposare nel giro di due giorni con rito islamico a Sheikh Maqsood, influente musulmano della zona è esemplificativa di molte altre simili. Portata successivamente in un posto segreto è stata picchiata, abusata e convertita con una pistola puntata alla tempia. Costretta a testimoniare a favore del “marito” per timore di ritorsioni contro la sua famiglia, Nadia è riuscita a scappare da Maqsood dieci anni dopo, ha raccontato la sua storia: «Maqsood mi ha avvisato che se avessi testimoniato contro di lui avrebbe ucciso la mia famiglia. Per me era difficile capire le cose, avevo solo 15 anni all’epoca e mi preoccupavo per i miei genitori. (…) Al processo ho visto i miei genitori ma mi hanno proibito di parlare con loro. Maqsood mi ha minacciato di nuovo in tribunale e ho testimoniato a suo favore. Ho quindi detto al giudice che non ero mai stata rapita e che mi ero convertita perché volevo così. (…) Ho detto che volevo vivere con mio marito e non volevo avere più niente a che fare con la mia famiglia cristiana. È stato doloroso dire quelle cose mentre i miei genitori erano presenti ma la loro salvezza era nelle mie mani e io non sapevo cosa fare».
In quei dieci anni ha dato alla luce 5 figli, subendo continue pressioni perché convertisse anche la sua famiglia di origine. Scappata e ritornata nella sua casa, ha continuato a subire pressioni e minacce. In seguito – tuttavia – è stata costretta a chiudere il caso affermando che aveva raggiunto un compromesso con Maqsood e riunendosi al