Intervista a Xiskya Valladares, iniziatrice di iMisión
di José Atienza
La chiamano la “suora twittatrice”, ha oltre 20.000 followers su Twitter, la rete sociale in cui si muove con maggiore frequenza. Xiskya Valladares è una religiosa della Purezza di Maria, filologa e giornalista, con un’inquietudine chiara: portare il Vangelo a tutte le persone che si trovano nel vasto “continente digitale”, come lo definisce.
In questo continente ha incontrato sacerdoti, religiosi e laici che condividevano questa idea. La sua forza missionaria l’ha portata a creare iMisión, un gruppo di cattolici di diversi movimenti, congregazioni, famiglie religiose… di tutti gli stati di vita: laici, consacrati e sacerdoti, che condividono la stessa inquietudine e chiamata – evangelizzare in Internet – e hanno celebrato lo scorso fine settimana il congresso “Misioneros EnRedados” a Madrid.
Il suo è uno dei profili più seguiti nel panorama cattolico spagnolo su Twitter, ed è già nota come “la suora twittatrice”. Al di là della sua presenza e del suo lavoro personale attraverso la rete, come si passa da questa inquietudine evangelizzatrice attraverso la rete a formare un gruppo come iMisión e a realizzare un congresso con queste caratteristiche?
In realtà è un salto molto piccolo. Daniel Pajuelo e io ci siamo conosciuti attraverso Twitter ed è lì che abbiamo cominciato a parlare del tema, di evangelizzazione.
Abbiamo pensato che bisognava fare qualcosa perché la Chiesa potesse essere più visibile in Internet, e visto che il nostro ambito di movimento più frequente era Twitter, proprio perché è una rete sociale più aperta che ti permette di dialogare con molta più gente anche se non ti segue o non la segui, abbiamo scelto questa rete.
Fin dal primo momento abbiamo parlato di un congresso. Era il sogno che avevamo da quel giorno ed è quello a cui abbiamo iniziato a lavorare due anni fa, prima formando un’équipe, creando l’ambiente, avviando diverse iniziative, poi nell’ultimo anno lavorando a tempo pieno al congresso.
A chi si rivolge il congresso? Che accoglienza ha avuto?
“Misioneros EnRedados” si rivolge principalmente a cattolici interessati al mondo dell’evangelizzazione in Internet. Non serve che sia gente che domini la tecnica, ma deve aver voglia di essere missionaria nel continente digitale.
Il profilo che va per la maggiore è quello di persone giovani, ma vengono anche persone più grandi che vogliono questo: una riflessione congiunta su ciò che per noi è urgente in questo momento, che è stare dov’è la gente, ovvero Internet, cioè Twitter in concreto o Facebook.
La finalità di questo incontro è stata da un lato la formazione che ci hanno dato i laboratori, dall’altro la riflessione congiunta che è ciò che ci forniscono gli interventi e le tavole rotonde. Evidentemente, dopo il congresso bisogna continuare. In base alla risposta della gente decideremo la via e le azioni da intraprendere ora.
C’è chi si chiede se si possa davvero evangelizzare attraverso le reti sociali o queste non siano altro che fuochi di paglia superficiali, che non arrivano a un’interiorizzazione reale, soprattutto per il carattere succinto di Twitter. Ad ogni modo, iMisión nasce con questa inquietudine di evangelizzazione attraverso i media. È possibile allora l’evangelizzazione 2.0?
Noi pensiamo che si possa evangelizzare attraverso le reti sociali perché la vita è una sola. La gente che è in rete è la stessa che gira per strada, che è al nostro fianco nel mondo reale.
Il mondo virtuale è un concetto, nient’altro, in realtà è un semplice prolungamento della vita reale e un diverso modo di essere.
Dall’altro lato, non vogliamo che questo avvicinamento resti confinato al mondo virtuale, vogliamo sempre compiere il salto verso la vita reale: verso la parrocchia, verso la Chiesa, verso la comunità di fedeli. È qui che si può continuare questa evangelizzazione in modo più profondo.